
Si chiama “ScartiAMO“, perché le materie prime sono scarti di tessuto che si intrecciano tra loro e rinascono a nuova vita. Ecco la prima collezione prodotta dalle donne della sartoria e stireria Taivé con materiale di recupero. La sartoria - promossa da Caritas Ambrosiana - si trova in via Eugenio Carpi, angolo via Adolfo Wildt. Ci sono cravatte di seta fuori moda riutilizzate per realizzare raffinate bordature di kimono o cucite insieme, per dare forma a borse e pochette. Scampoli di velluto pregiato avanzati nei processi di lavorazione trasformati in giacche. Capi spalla e accessori coordinati con bottoni gioiello ricavati dagli scarti della cera. Tredici gli outfit, tutti frutto di un lavoro artigianale. Insieme ad altri prodotti saranno in vendita oggi sul sagrato di Santa Maria Bianca della Misericordia in piazza San Materno 5, nel quartiere Casoretto.
L’iniziativa e la nuova collezione sanciscono anche una nuova collaborazione tra la sartoria e stireria di Lambrate e la cooperativa Vesti Solidale, che offre lavoro a persone svantaggiate impiegandole nella raccolta degli abiti usati attraverso i cassonetti gialli “Dona valore”. "Abbiamo aperto il laboratorio nel 2009 per consentire ad alcune donne di nazionalità kosovara e macedone che vivevano nel campo rom di via Novara di emanciparsi dalla cultura patriarcale in cui erano imprigionate – ricorda Sabrina Ignazi, operatrice di Caritas Ambrosiana –. Successivamente abbiamo coinvolto anche altre donne di differenti nazionalità con storie diverse ma sempre difficili alle loro spalle: dal carcere alla tratta. Questo ha fatto di Taivé non solo una stireria e sartoria che offre un servizio di qualità alla clientela prevalentemente del quartiere, ma anche un vero e proprio laboratorio culturale tutto al femminile".
Si.Ba.