GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

La sicurezza stradale. I social contro la Regione:: "Colpevolizza i pedoni". Fontana stoppa la campagna

Centinaia di messaggi di protesta sulla pagina Instagram di Palazzo Lombardia. Interviene il governatore: "Passaggi fuorvianti, meglio rimodulare i contenuti".

Il post pubblicato su Instagram che ha scatenato le polemiche dei followers

Il post pubblicato su Instagram che ha scatenato le polemiche dei followers

Un esordio da dimenticare, quello della campagna per la sicurezza stradale promossa dalla Regione Lombardia sui propri canali social. A volerla è stata la direzione generale Sicurezza, che fa capo all’omonimo assessorato guidato da Romano La Russa, con la collaborazione dell’Automobil Club presieduto, a Milano, da un altro La Russa, Geronimo in questo caso, e con l’Inail, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. A criticarne il contenuto sono stati centinaia di frequentatori di Instagram. A deciderne la temporanea sospensione è stato, infine, il presidente della Regione, Attilio Fontana, convintosi a sua volta che il messaggio trasmesso dalla campagna poteva risutare fuorviante in "alcuni passaggi". Da qui lo stop per poterne "rimodulare il contenuto". Tutto nel giro di una decina di ore: dalla prima mattina al tardo pomeriggio di ieri.

Sono circa le 8 quando la campagna viene pubblicata sulla pagina Instagram istituzionale regionelombardia.official. A suscitare polemiche è soprattutto la prima slide, nella quale si leggeva quanto segue: "Nel 2023, in Lombardia, 58 pedoni hanno perso la vita e 3.663 sono rimasti feriti in incidenti stradali. La maggior parte di questi incidenti avviene proprio sulle strisce pedonali. Sai perché? Molti pedoni danno per scontato di avere sempre la precedenza, senza tenere conto che la sicurezza dipende anche dalla loro attenzione". Parole che fino al pomeriggio di ieri avevano indotto circa 500 internauti a pubblicare appena sotto il post un commento, quasi mai lusinghiero per i promotori e i contenuti della campagna. Nella maggior parte dei casi si contestava alla Regione di lasciar intendere che i principali responsabili degli incidenti fossero proprio i pedoni, l’anello debole della catena quando si parla di sicurezza stradale. Altri ancora contestavano l’assenza di dati ed evidenze a supporto di tale visione. Anzi, il capovolgimento dei riscontri che arrivano dalle statistiche. Tutti contestavano la mancanza di raccomandazioni rivolte agli automobilisti.

Vale la pena sottolineare un dato di contesto: solo nel 2024 e solo a Milano hanno perso la vita quattro pedoni e cinque ciclisti. Inevitabile che la sensibilità sul tema sia alta. Non a caso, tra i followers che hanno attaccato il post della Regione c’è anche chi ha fatto esplicito riferimento a Rocio Espinoza Romero, la madre di due gemellini, travolta a morte dal conducente di un camion in viale Serra mentre attraversava sulle strisce pedonali col semaforo verde. Commenti ai quali i moderatori della pagina Instagram istituzionale della Regione rispondevano a stretto giro di posta sottolineando come l’obiettivo della campagna non fosse in alcun modo quello di colpevolizzare i pedoni, ma, invece, di rendere tutti gli utenti della strada consapevoli dei comportamenti più corretti da tenere quando ci si muove nel traffico. A questo alludeva l’espressione "pedoni responsabili" usati proprio dai promotori della campagna. Niente da fare, però: quale che fosse l’intento, non lo si è espresso al meglio. E nel tardo pomeriggio, ecco la nota diramata da Palazzo Lombardia: "Il presidente Attilio Fontana ha disposto la sospensione della campagna social sulla sicurezza stradale, promossa dalla Direzione Generale Sicurezza di Regione Lombardia. Sia chiaro un concetto: l’obiettivo non era in alcun modo colpevolizzare i pedoni ma quello di fornire a tutti i soggetti coinvolti nella circolazione stradale consigli utili per prevenire incidenti. Infatti erano previsti anche altri messaggi, destinati agli automobilisti, motociclisti e ciclisti. In ogni caso, considerati alcuni passaggi fuorvianti, che hanno generato polemiche, il presidente Fontana ha deciso di rivedere parte dei contenuti".