La Giunta regionale ha approvato la delibera che dal primo aprile cambierà le modalità con le quali Trenord dovrà risarcire i pendolari che viaggiano abitualmente sulle linee più critiche del trasporto ferroviario lombardo, quelle che sforano gli standard minimi di puntualità e affidabilità del servizio. Per effetto di questa delibera ai pendolari non sarà più riconosciuto in automatico un buono sconto del 30% al momento del rinnovo dell’abbonamento mensile e del 10% al momento di rinnovare quello annuale ma, invece, un indennizzo del 30% sia per i titoli mensili sia per quelli annuali.
A differenza del bonus, però, l’indennizzo dovrà essere richiesto. In assenza di domande Trenord non attiverà alcuna procedura di risarcimento. Nel dettaglio, l’indennizzo è calcolato sull’andamento mensile di ogni singola direttrice e viene riconosciuto quando la somma delle corse soppresse e di quelle che hanno accumulato più di 15 minuti di ritardo è pari o superiore al 10% dei treni programmati. Il primo mese per il quale i pendolari potranno vedersi riconosciuto l’indennizzo del 30% è quello di gennaio 2024. Ma la svolta divide.
Nella nota diramata ieri, la Regione sottolinea di aver "aumentato l’indennizzo dal 10 al 30%" e spiega che questa "misura rappresenta la risposta al passaggio dal vecchio bonus alla modalità di rimborso stabilita dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) con la delibera 106 del 2018". "La Regione – rimarca sempre la stessa nota – allinea percentualmente l’indennizzo a quanto previsto dal vecchio bonus per gli abbonamenti mensili (30%) estendendo la stessa percentuale anche agli abbonamenti annuali, in precedenza al 10%".
Quanto alla necessità di farne domanda, da Palazzo Lombardia spiegano che "la norma, nel prevedere la necessità di richiesta dell’abbonato, reindirizza la misura compensativa del disagio a chi effettivamente lo ha subito, diversamente da quanto accadeva con il bonus". Da qui il commento di Franco Lucente, assessore regionale ai Trasporti: "L’aumento dell’indennizzo rappresenta un segnale concreto della nostra attenzione alle esigenze dei viaggiatori. L’obiettivo è migliorare la qualità del servizio ferroviario in Lombardia e incentivare l’utilizzo del treno come mezzo di trasporto sicuro, efficiente e sostenibile. È utile evidenziare un dato: i treni sono puntuali entro i 5 minuti di ritardo all’82%, all’88% entro i 7 minuti, al 97% entro i 15 minuti. I ritardi – sostiene l’assessore regionale – sono imputabili per il 42% a cause esterne, ad esempio maltempo, persone sui binari, incidenti in corrispondenza dei passaggi a livello. Poi, per il 24% a carenze nel materiale rotabile, per 14% alla gestione dei treni, per il 7%a mancanza di materiali. Con l’aumento dell’indennizzo – conclude Lucente – ci aspettiamo più attenzione da parte di Trenord al rispetto degli orari e alla puntualità dei treni".
Ma vale la pena ricordare anche che a dicembre 2023 ben 24 direttrici su 42 – più della metà – sforarono gli standard minimi di qualità del servizio. Dati che, nelle scorse settimane, hanno indotto i comitati dei pendolari a chiedere la proroga del vecchio bonus. "Il passaggio dal bonus all’indennizzo è una pesante presa in giro dei pendolari e non basta l’aumento dal 10 al 30% cambiare la sostanza – attacca Simone Negri, capodelegazione del Pd in Commissione regionale Trasporti –. La verità è che il presidente della Regione, Attilio Fontana, e l’assessore Lucente hanno scelto di passare a un sistema molto meno favorevole per i cittadini, a riprova del fatto che a loro interessa molto poco dei disagi quotidiani di chi viaggia sui treni regionali". Per richiedere l’indennizzo si avrà a disposizione un anno di tempo.
E lo si può richiedere sul sito web di Trenord, tramite un apposito form on-line, nelle biglietterie e My-Link Point di Trenord, tramite mail, anche con PEC, a mezzo posta, anche raccomandata, al seguente indirizzo.