SIMONA BALLATORE
Cronaca

La svolta di Alberto al liceo, con Sant’Agostino: "Le Confessioni nella tesi di laurea e nella mia vita"

Si è battezzato “da grande“, dopo avere incontrato al liceo la figura di Sant’Agostino. Ed è per lui che ha...

Si è battezzato “da grande“, dopo avere incontrato al liceo la figura di Sant’Agostino. Ed è per lui che ha...

Si è battezzato “da grande“, dopo avere incontrato al liceo la figura di Sant’Agostino. Ed è per lui che ha...

Si è battezzato “da grande“, dopo avere incontrato al liceo la figura di Sant’Agostino. Ed è per lui che ha scelto Filosofia all’università: Alberto Carugo, 22 anni, si sta per laureare alla Statale di Milano, con una tesi sul Libro decimo delle Confessioni.

Quando comincia questo percorso nella fede? "Anche se non lo sapevo, è stata sempre presente: riconosco ora i segni. La mia famiglia non è credente, non avevo ricevuto il battesimo. C’era il parroco di San Lorenzo, a Parabiago, che ogni tanto passava da casa, ci ha insegnato il Padre nostro. Mia mamma nutriva una stima profonda per lui, riconosceva che ci voleva bene. Io non ero un “tipo“ da oratorio, l’ho frequentato pochissimo. Ma in un momento difficile per la mia vita mi si è acceso qualcosa: mi sono ricordato di quel Dio che è Padre, ho iniziato a pregare per conto mio, maturando una forma di spiritualità che nessuno guidava. Poi, in terza liceo scientifico, ho incontrato Sant’Agostino, che mi sorprende ancora".

Perché? "Per le sue preghiere, per quel senso del mistero profondo col quale rende lode a questo Dio che io, così piccolo, sapevo semplicemente chiamare padre. Sentivo che mi incalzava, continuavo a pormi domande: dov’è la mia felicità? Degli altri filosofi puoi studiare solo il pensiero, di Sant’Agostino no: non puoi scinderlo dalla vita. La passione è nata così, al liceo. Ma non potevo fare finta di nulla".

Si è avvicinato alla Chiesa? "All’inizio mi intrufolavo a Messa di nascosto, in un angolino, sull’ultima panca. Ascoltavo, timido e impacciato, sperando che nessuno mi vedesse. Il desiderio di ricevere il battesimo è arrivato, folgorante, durante una Messa, sempre alimentato dal desiderio di Sant’Agostino: sentivo un vuoto assurdo, c’era qualcosa che mancava e sono andato lì in cerca di risposte. Ed è arrivato il Vangelo sul “Giovane ricco“: mi sono immedesimato, sono rimasto scandalizzato, stava parlando a me. Cosa devo fare per una vita piena?".

E cos’ha fatto? "Sono scappato, un po’ spaventato. Cercando di fare finta di nulla. Sono tornato solo dopo un mese e mezzo. E chi ritrovo lì? La stessa pagina, il giovane ricco. Ero in quarta superiore: ho deciso di battezzarmi. Il Covid ha un po’ rallentato tutto. Il 16 aprile del 2022 mi ha battezzato lo stesso sacerdote che mi aveva insegnato il Padre nostro, don Luigi. Mi ha accompagnato in questo percorso".

Come hanno reagito i suoi familiari e i suoi amici? "Mia mamma è stata la più “toccata“: mi ha detto che quando ero piccolo ogni tanto chiedevo di poter andare a Messa. E, anche se lei non è credente, mi ha raccontato che ero rimasto affascinato dalla figura di Gesù. Gli amici hanno reagito in tanti modi: ho incontrato molta curiosità, qualche ostilità, un po’ di indifferenza. E non è stato facile, ci sono state tribolazioni, ma ero felicissimo e ho iniziato questo cammino, ricevendo poi l’Eucarestia e la Cresima. Oggi in Duomo racconterò la mia storia: proprio io, che ero così timido e impacciato. Ogni chiamata però non è solo per sé ma per tutti, non puoi tenere per te un dono così grande".

Che sarà anche al centro della sua tesi. "Sì, ho scelto di interrogarmi sull’impatto di Sant’Agostino nella filosofia contemporanea perché ci parla ancora, a 1.600 anni dalla sua morte".

E dopo la laurea che si fa? "Continuo a studiare e vorrei diventare insegnante. Mi sono avvicinato a questa idea dopo l’esperienza di educatore dei preadolescenti, l’età delle domande di senso. Mi sono affezionato a quella fascia d’età lì, anche per esperienza personale".