SIMONA BALLATORE
Cronaca

La tecnologia a prova di falsari, l’inchiostro del Politecnico che ora “firma” l’autenticità

Boom di opere contraffatte sequestrate: 1.936 (1.340 di arte contemporanea) nel 2023. Dalla ricerca con l’artista Skygolpe alla penna testata a Basilea con i nanomateriali invisibili

Il liquido con nanomateriali

Il liquido con nanomateriali

Inchiostri a prova di falsari. A svilupparli sono stati i ricercatori del Politecnico di Milano, che hanno presentato la nuova tecnologia a Basilea, in occasione di Art Basel.

Sullo sfondo i dati delle ultime indagini del comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che nel 2023 hanno evidenziato un aumento dei sequestri di opere contraffatte: 1.936 i falsi intercettati sul mercato (+56% rispetto al 2022) di cui di cui 1.340 di arte contemporanea.

Il team coordinato da Carlo Spartaco Casari del dipartimento di Energia del Politecnico stava già conducendo ricerche volte a sviluppare materiali anti-contraffazione e aveva vinto un finanziamento quinquennale Erc quando si è presentata una nuova possibilità: un bando europeo “Proof of concept“ di 18 mesi per sondare le potenzialità applicative delle scoperte ricavate dalla ricerca di base. Dopo essersi occupati in particolare di documenti, hanno deciso di concentrarsi sul mercato dell’arte, storicamente restio all’introduzione di nuove tecnologie e più legato a certificati di autenticità e a pareri degli esperti.

Mentre i ricercatori stavano sondando il terreno si sono imbattuti nella notizia di un artista italiano, Skygolpe, esperto di digitalizzazione dell’arte tramite gli Nft, balzato alle cronache per l’asta di Christie’s a Hong Kong. "Abbiamo provato a coinvolgerlo nel nostro progetto - spiega il professore Casari - è stato molto gentile e si è dimostrato subito molto aperto alle nuove tecnologie. La nostra proposta progettuale, Pypaint, ha ottenuto il finanziamento. La abbiamo sviluppata nel NanoLab del Politecnico. All’artista piaceva l’idea di una penna per poter firmare l’opera con un inchiostro che contenesse qualcosa di più del colore".

Resta il gesto finale dell’arte, si aggiungono informazioni invisibili ad occhio nudo, a prova di falsari. "Con i miei collaboratori siamo riusciti a ’svuotare’ e riempire una penna con questo inchiostro a base di nanomateriali che può essere trasparente se si ha la necessità di mantenere le informazioni invisibili – continua Casari –. In caso contrario, per una firma, abbiamo realizzato un bel verde: sembra un inchiostro ’normale’, ma ha all’interno materiale attivo che rimane nascosto, sono tracce molto piccole e difficili da captare e replicare".

Solo con un lettore ottico speciale con laser si può scorgere un codice, che può essere inserito in un database con tutte le informazioni sull’opera, data e autore. "Non abbiamo sviluppato un unico inchiostro, è possibile combinare diversi elementi per avere una sorta di firma unica, che identifichi una singola opera rispetto alla successiva dello stesso artista", conclude il professore. Le applicazioni potrebbero essere diverse, come gli strumenti (penna, pennarello, etichette). Si testa il mercato e si procede: Casari è cofondatore di una start-up e spin off del Politecnico, Enigma Srl, che vorrebbe far approdare il prodotto sul mercato e sta sviluppando altre soluzioni, anche per il settore agroalimentare.