
La consegna della tessera a Liliana Segre con la presidente nazionale Anei Anna Maria Sambuco e la vicesindaco Anna Scavuzzo
Milano – "Vide subito il mio numero tatuato sul braccio e disse: “So cos’è”. La gente si stupiva. Io ero segnata a vita. Fu un innamoramento immediato. Abbiamo vissuto insieme una lunga vita, mi ha lasciato 17 anni fa, abbiamo parlato di tutto quello che c’era nelle nostre vite precedenti. Ma tutti e due avevamo avuto la sensazione dell’impossibilità di parlarne con la gente. Nessuno aveva voglia di ascoltarci, eravamo deludenti, da dimenticare, strani. Ma tra noi no. L’amore reciproco ci ha permesso di essere noi stessi, come ognuno di noi era stato quando era prigioniero".
Applausi per la senatrice a vita Liliana Segre che ieri al Cinema Anteo ha ricevuto la tessera d’onore dell’Anei, l’associazione degli internati nei lager nazisti. Un riconoscimento "non solo per i suoi indiscussi meriti" ma anche in memoria di suo marito, Alfredo Belli Paci, internato militare italiano in sette lager nazisti. La senatrice ha raccontato del loro primo incontro al mare, dello sguardo che subito si posò sul suo tatuaggio (il numero sul suo braccio, il 75190, è quello che le fu tatuato ad Auschwitz) e dell’amore che li ha legati.
"Mio marito mi amò per quella che ero, con tutte le mie mancanze e tenne così tanto presente sempre questo" cioè che lei, tornata dal campo di sterminio, non aveva quasi più nessuno ad aspettarla a casa mentre lui ritrovò i genitori e la famiglia, compreso il cagnolino. "Io tornai dove abitavo e trovai la casa abitata da altri. Mancavano i parenti a cui tenevo di più, bruciati per la colpa di essere nati. Questa differenza tra noi fu da parte di mio marito sentita per tutta la vita. Fu amore, fu vita e fu casa".
Dialogando con il giornalista Marco Brando, presidente di Anei Milano, il discorso si è esteso alle guerre di oggi. "Io che sono una donna di pace – ha evidenziato la senatrice – mi sento inutile, sento che tutto quello che ho cercato di trasmettere è stato invano, mi sento inutile quando accendo la televisione e vedo Gaza e l’Ucraina. Quando penso che questi bambini del mondo devono diventare soldati sento una ripugnanza assoluta, così come la sento per chi invece di sedersi a un tavolo e decidere per la pace nel mondo, manda uomini a fare anche guerre che non sono le proprie, per la violenza che c’è nella civiltà di oggi".