MONICA AUTUNNO
Cronaca

La vasca di laminazione si farà: "Ma bisogna ridurre l’impatto"

Bussero, l’invaso antiesondazione più grande della zona entrerà in funzione nel 2029. Costo 36 miloni

Gli effetti dell’esondazione del torrente Molgora si sono fatti sentire anche nel 2024

Gli effetti dell’esondazione del torrente Molgora si sono fatti sentire anche nel 2024

Le esondazioni del Molgora dagli anni Cinquanta a oggi in una scheda, le aree esondabili in blu sulla carta, il cambiamento climatico e l’aumento del rischio: "Siamo di fronte a un dato di fatto". E la maxi vasca di laminazione del Molgora, enorme invaso allungato nelle campagne fra Bussero (per la maggior parte), Gorgonzola e Pessano con Bornago, si farà. Il progetto è stato presentato ufficialmente l’altra sera a un’affollata assemblea allo Spazio Sfera, alla presenza della Regione Lombardia, dei tre sindaci interessati e di altri amministratori di zona, di associazioni e di molti cittadini.

E a fine serata è emerso un impegno corale: nessun “no“ a un’opera potenzialmente salvifica, ma impegno comune a sedersi e a rivedere il progetto negli impatti; e a discutere seriamente di compensazioni. Un grande tema, quello della “collina“ di terra da scavo a ‘bordo vasca’, alta una ventina di metri – "parliamoci chiaro: come un palazzo di sette piani" –, per ora interamente assegnata all’abitato di Bussero e poco lontana da un quartiere residenziale. Al tavolo relatori bipartisan: l’assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi Gianluca Comazzi, sempre dal Pirellone i consiglieri Riccardo Pase, Simone Negri, Christian Garavaglia e Michela Palestra, i sindaci di Bussero Massimo Vadori, di Pessano Alberto Villa, di Gorgonzola Ilaria Scaccabarozzi, la moderatrice Milena Olini, consigliere di minoranza a Bussero. E il dirigente tecnico regionale Roberto Cerretti, per l’illustrazione di metrature, costi, tempi.

La vasca da progetto di fattibilità avrà un invaso da 770mila metri cubi. L’impianto più imponente fra i 4 in realizzazione o in progetto anche a Lomagna, Carnate e Vimercate. Ancora numeri: 45 ettari la superficie, più 15 per la famosa collina; l’impianto sarà suddiviso in 5 comparti, per eventuale uso parziale, a seconda dell’entità di una eventuale piena. Costi confermati: 36 milioni e mezzo di euro, già interamente stanziati dallo Stato con partecipazione della Regione. Tempi lunghi: progetti, bando, affidamenti e poi 30 mesi di cantieri. Entrata in esercizio, si pensa, nel 2029. "Nessuno è qui a imporre nulla – così l’assessore regionale Comazzi – ma la consapevolezza della necessità di questi impianti c’è. Ed è molto maggiore oggi di ieri. C’è però anche un percorso trasparente tracciato, di cui tutti siamo garanti: tempi certi, finanziamento già integralmente disponibile. Ci siamo impegnati a fare la procedura di valutazione d’impatto, che non sarebbe stata obbligatoria. E costituiremo un tavolo permanente con le amministrazioni e il territorio, per discutere ogni aspetto".