Dopo tre settimane dallo sgombero, alcuni ex inquilini della Casa albergo non sono sistemati. E c’è ancora chi va a bussare alla porta, ormai sigillata, di via Fogagnolo. È quello che ha fatto Grazia, 62 anni, tornata dopo diverso tempo in città. Era andata ad accudire la madre malata, ha raccontato la signora. Era via anche il 31 luglio, quando c’è stato il blitz per liberare lo stabile comunale. Quando è tornata, nei giorni scorsi, non avendo un’abitazione è andata dritta a quell’alloggio condiviso che l’aveva accolta insieme al maritofino a un anno fa. Ma ha trovato tutto chiuso e più nessuno dentro. Anche alla Caritas di Sesto continuano ad arrivare richieste di aiuto. Almeno tre ex residenti della Casa albergo non hanno trovato alternative né proposte dal municipio, perché sprovvisti della residenza, anche fittizia. A raccontare i disagi della nuova vita, iniziata dal primo agosto, sono anche i tre anziani sistemati in cohousing, con un progetto sociale di accoglienza, in via Campestre. Da settimane i tre hanno chiesto di rientrare in possesso dei loro beni, che si trovano ancora nella struttura di via Fogagnolo. Pentole e padelle, ad esempio, per poter cucinare nella nuova casa messa a disposizione dal Comune con un piano temporaneo di aiuto. Fino a oggi, infatti, è stata la Croce Rossa a portare i pasti ai tre anziani.
"Uno degli ospiti ci ha raccontato che vorrebbe essere autonomo. La nuova sistemazione gli è stata comunicata solo quattro giorni prima dello sgombero, avvenuto senza preavviso, e non ha potuto portare con sé l’occorrente", spiega la consigliera Soad Hamdy, che segue la vicenda da mesi. "Ci ha detto che per diversi giorni è stato consegnato solo del riso in bianco intorno alle 21. I volontari danno un supporto encomiabile, ma non può essere una modalità fissa e definitiva".Per una settimana sono stati utilizzati i pasti di Dussmann, il gestore della mensa scolastica e della mensa comunale. Da lunedì è ripreso il servizio della Cri. "Passiamo dai signori di via Campestre, con la nostra unità mobile, tutti i lunedì, mercoledì evenerdì, prima di iniziare il giro canonico di supporto alle persone senza fissa dimora sul territorio - spiega la onlus -. I pasti arrivano da un centro cottura o sono preparati con le derrate secche donate in questo periodo. Uno dei signori ci ha comunicato che, visti i suoi precententi clinici, non mangia quanto gli arriva e preferirebbe provvedere da solo".
La Cri ha anche lasciato due numeri di telefono per le consegne e le emergenze: uno sempre attivo durante il giorno e l’altro anche di notte. Gli uffici del Comune promettono che in tempi brevi saranno in grado di far accedere gli ex inquilini ai loro effetti personali, rimasti nella Casa albergo. Tra le questioni ancora da risolvere quella del domicilio e dei recapiti: gli anziani non possono ricevere neanche la posta in via Campestre, non avendo avuto la possibilità di trasferire la residenza nell’appartamento temporaneo. "Questo sgombero si porta strasichi enormi - accusa Hamdy -. Le persone hanno dovuto impacchettare nei sacchetti di plastica la loro vita in pochi minuti, non possono tornare in possesso dei loro averi e, cosa che ci preoccupa maggiormente, ancora oggi c’è chi è senza fissa dimora e vaga per la città".