
La famiglia Barthe, vittima di discriminazione
Lacchiarella (Milano) - Sembrava tutto fatto. L’agenzia immobiliare aveva trovato loro la casa da affittare che stavano cercando da tempo. Un trilocale in provincia per papà, due figli e il cane. Ma al momento di concludere è emerso l’accento non italiano e tanto è bastato per sentirsi rispondere: "Non affitto a stranieri". Tutto è avvenuto al telefono. Il titolare dell’agezia infatti aveva dato il contatto del proprietario al cliente. Una storia che ci ricorda come, quando si parla di integrazione, la strada da fare è ancora tanta, benché si svolga in quella che molti definiscono la “capitale culturale“ d’Italia nell’anno di grazia 2021.
Le vittime del pregiudizio sono peraltro tutte italiane, come il papà, colui che ha fatto la telefonata e che avrebbe pagato l’affitto. Lui si chiama Miguel Barthe Zavala, è nato in Perù 57 anni fa e da 26 vive in Italia, dove ha sempre lavorato ed è divenuto cittadino italiano. La sua colpa: avere un accento che al telefono ha tradito le sue origini straniere. Fatti che accadevano già negli anni '50 quando a Milano apparivano cartelli con le scritte "non si affitta ai napoletani". Poi è stato il turno degli albanesi, in seguito e ancora oggi gli “extracomunitari” provenienti dall’Africa e dall’America latina.
A raccontare la vicenda è la figlia dell’uomo, Lory Barthe, scossa e sconcertata per quanto accaduto. "Viviamo in un monolocale io, mio padre e mio fratello: per questo da tempo cercavamo una casa più grande anche in periferia e abbiamo contattato un’agenzia. Quando ci hanno detto che avevano trovato l’appartamento che cercavamo, a Lacchiarella, un trilocale, eravamo felici e così l’agente immobiliare ci ha dato il numero di telefono del proprietario. L’agenzia ci ha dato il contatto diretto". In famiglia erano tutti entusiasti, pronti a stappare lo spumante, ma l’allegria ha lasciato il posto alla delusione e alla tristezza quando Miguel ha telefonato al proprietario. "Quando ha sentito l’accento di mio padre gli ha subito smorzato l’entusiasmo dicendogli che lui non affittava case a stranieri. Ho provato a spiegargli che siamo italiani ma il proprietario, come per giustificare la sua decisione, ha aggiunto che non affittano case nemmeno a studenti o proprietari di cani o a troppe persone insieme e così abbiamo chiuso la telefonata". I responsabili dell’agenzia s sono scusati con i clienti, spiegando però che il proprietario è libero di affittare la casa a chi vuole.