Dispiaciuto per quello che è successo, ma soltanto "il frutto di disagio e tensione dovuta al fatto di vivere sempre in strada". Ha cercato di spiegare così i suoi gesti come una reazione inconsulta nella situazione di continuo disagio e tensione in cui si trova. Queste, in sostenza, sono le argomentazioni utilizzate per difendersi nell’interrogatorio, in carcere a San Vittore, di Hasan Hamis, il 37enne marocchino irregolare che la sera di due giorni fa ha ferito gravemente a coltellate il viceispettore della polizia Christian Di Martino alla stazione di Lambrate. Dopo l’interrogatorio, durante il quale il 37enne era assistito dall’avvocato Alfredo Quattrocchi Rosmi Gervasoni, il gip Lidia Castellucci dovrà decidere sulla richiesta di convalida dell’arresto e di custodia cautelare in carcere, formulata dalla Procura, che ha messo nero su bianco come il marocchino, con numerosi precedenti e in Italia da irregolare da più di 20 anni, sia una persona di estrema pericolosità. Da quanto si è saputo, il 37enne avrebbe spiegato che era a Milano solo di passaggio. Per questo, dunque, facendo una vita di strada porta con sé un coltello, anche per difendersi. La sua difesa ha spiegato che nell’interrogatorio l’uomo ha dato la sua interpretazione dei fatti. Ora il difensore dovrà analizzare tutte le carte, parlare a lungo col suo assistito e non si può escludere nemmeno che più avanti possa valutare una richiesta di accertamento psichiatrico.
Hamis è accusato di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale aggravata, lesioni. An.Gi.