ANNA GIORGI
Cronaca

Lambrate tenta il rilancio. Senza Fuori Salone

Restano gallerie e installazioni artistiche. Ma su tanti spazi c’è già il cartello "affittasi"

East Market

Milano, 8 novembre 2017 - «Lambrate è viva. L’ex Fuori Salone del Mobile è solo la punta di diamante di un palinsesto sociale ricco di appuntamenti per 365 giorni l’anno». La prima reazione del quartiere, o di una parte del quartiere, quella più creativa, quella che per sette anni ha vissuto più intensamente e più da vicino la rinascita di Lambrate grazie ai designer, ai progetti, allo sbarco di quella marea di giovani da tutto il mondo, è affidata a un comunicato ufficiale dell’associazione “Made in Lambrate”. Non di solo salone si vive, è un po’ questo il senso di quanto gli attori del quartiere vogliono raccontare. E così, basta fare un viaggio tra via Conte Rosso e via Ventura per vivere un misto tra un senso di svuotamento, per via dei cartelli «affittasi» sugli spazi e il senso di ricerca di una nuova identità che vira verso l’arte contemporanea, a giudicare dalle installazioni temporanee di Daniel Gonzales che accolgono all’ingresso del quartiere: #Mare o #Montagna? O, per restare all’architettura effimera, a giudicare dalle luci pulsanti «Luna e Park». «Da 15 anni il processo di cambiamento che ha interessanto questa zona di Milano è stato il risultato di un costante lavoro collettivo», e i soci di “Made in Lambrate”, presidente dell’associazione l’architetto Mariano Pichler e vicepresidente Cristina Favini, elencano il mosaico della vita di questo angolo della città che mantiene tutto l’appeal prezioso del paese. Continuerà come sempre «Ventura Art Night» il vernissage bimestrale che interessa tutto il circuito delle nove gallerie d’arte contemporanea appartenenti al distretto, una finestra internazionale sul mondo dell’arte.

Continuerà il fortunatissimo l’East market, ideato da Linda Ovadia, il mercatino che si ispira all’East London che punta sul vintage strampalato e sul food internazionale e si tiene appunto nell’East Milano. E proseguiranno pure i «Sabati di Lambrate», per interpretare proprio quell’aria di paese, così strana a Milano, con le bancarelle degli artigiani e degli agricoltori e con gli allevatori sulla strada. «Che il saluto del Fuori Salone serva di lezione per molti? Io penso di sì – dice Irene Roghi di Redroom – forse in molti hanno esagerato con le speculazioni, e c’era biosgno di un momento per fermarsi a pensare. Questa decisione potrebbe anche avere un effetto positivo. Bisogna rivedere il modo di vivere il quartiere nel design week». «Che Lambrate in questi anni sia diventata un po’ la Chelsea di Milano, è vero», dice Pietro Monopoli della omonima galleria d’arte.

Il Fuori Salone è stato un eccezionale volano per il quartiere, portava il pubblico giusto. «Spero che “gli olandesi” ci ripensino», scherza. Ma noi le nostre iniziative le continueremo come sempre e magari anche di più. Ogni mese organizziamo una serata dedicata ai vernissage di tutte le nuove esposizione delle nove gallerie. Chi viene le vede tutte in un giorno, appassionati e compratori, qui trovano ricerca e qualità». Per ora anche gli uffici di Ventura project restano nell’omonima via e gestiscono ancora gli spazi e il concept di alcune mostre alternative e di successo come « Real bodies» e quella in corso dedicata alla Nasa. Un seme, anzi molto di più, l’ha lasciato il Fuorisalone a Lambrate. E ora se sono rose...