MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Lambrate, il borgo vivace dalle industrie al design: nuovi progetti residenziali ma l’anima è nella comunità

In via Conte Rosso il cuore del vecchio Comune annesso a Milano cento anni fa. Tra le nuove abitudini, la ‘festa di strada’ al sabato. E risorgerà la vecchia edicola

La Cappelletta del XII secolo tra le vie Conte Rosso, Dardanoni e Bertolazzi

Milano – Il nome Lambrate deriva da lampros , limpido in greco antico, e dalla desinenza ate attribuita alla parlata celtica. Fa un certo effetto, passeggiando nel cuore del quartiere, pensare che i primi segni dell’insediamento umano in questo luogo risalgono a più di 1.500 anni prima dell’era cristiana. E ne sono passati cento da quando Lambrate, insieme ad altri 10 ex Comuni che incorniciavano la metropoli un secolo fa, è stato inglobato da Milano.

Si respira ancora l’aria di paese, in un territorio che però ha la vocazione di aprirsi al mondo: basti nominare Innocenti e Faema, industrie che hanno dato lustro all’Italia, nate proprio a Lambrate. E la Lambretta, lo scooter prodotto dalla Innocenti tra il 1947 e il 1972, è un altro richiamo al quartiere, concentrato nella dueruote diventata famosa in tutto il mondo. Una vocazione che continua anche ora che la pelle della zona è cambiata, in piena ‘gentrificazione’, che indica la trasformazione di un quartiere popolare in una zona di pregio in cui i prezzi degli immobili sono i primi a schizzare alle stelle.

Grandi progetti sono in via di sviluppo nelle aree delle ex industrie: dove sorgeva la Innocenti arriverà la Fabbrica del Teatro alla Scala. Sono già nate nuove residenze e altre ne arriveranno, a volte tra le polemiche. Come è successo di recente in via Folli, per il piano di demolizione di due edifici di inizio Novecento, uno, al civico 41, con decorazioni in cemento tipiche del Liberty, in questo caso grandi margherite e melograni, e l’altro, al civico 43, dai tratti più semplici. Accanto, l’edificio dell’ex fabbrica di biciclette Cinelli, mentre ancora visibile scorre quel che rimane della roggia Molina di San Gregorio. In questo tratto di via Folli c’è già il nuovo edificio direzionale della Bracco. Resistono dimore nobiliari come Villa Folli e Villa Busca Serbelloni.

Per tanto tempo, poi, Lambrate è stato associato al Fuorisalone. Punto d’approdo per designer emergenti da ogni parte del mondo, con il fulcro in via Ventura. Questo fino al 2020, quando dopo 10 anni di vita la società organizzatrice ha cessato le attività. Ma la zona è sempre viva, soprattutto grazie alle iniziative della comunità. Punto di riferimento resta il Circolo Acli Lambrate che offre diversi servizi e soprattutto è un luogo di aggregazione. Periodicamente, poi, si organizza ‘Il sabato di Lambrate’ con artigiani, illustratori, artisti di strada provenienti da tutta Italia, selezionati da Redroom (associazione culturale e negozio di via Conte Rosso), attività e laboratori per bambini. I prossimi appuntamenti saranno il 23 settembre (per la 55esima edizione), poi il 21 ottobre, il 18 novembre e il 16 dicembre.

E c’è una novità: il vecchio chiosco di via Conte Rosso diventerà ‘AEdicola Lambrate’: tornerà a essere una rivendita di giornali, riviste indipendenti e prodotti editoriali, ma anche contenitore di progetti. "La sfida – si legge sulla presentazione attaccata alla struttura – è farne un punto d’incontro, non l’ennesimo bazar". L’annuncio: "Riaprirà a metà settembre, in occasione delle celebrazioni per il centenario di Lambrate. Pare che i primi edicolanti saranno degli artisti, che possono offrirci le chiavi migliori per riaprire le serrande e tornare a leggere la realtà che ci circonda".

Ora, nella settimana di Ferragosto, è difficile trovare una cler alzata. In via Conte Rosso c’è solo quella di ‘Ciàpa sü e porta a cà’, pizzeria d’asporto dell’egiziano Magdi Zakhary che gestisce l’attività da un mese ma ha una lunga esperienza nel campo della ristorazione. Papà di 4 figli, spera di trovare a Lambrate la sua nuova dimensione dopo un periodo di difficoltà. Di certo lui, egiziano che gestisce un locale dal nome in dialetto milanese, incarna la vocazione di apertura della zona. Il locale è all’estremo opposto rispetto alla Cappelletta del XII secolo che ha anche un posto speciale nella letteratura: qui Manzoni fa sostare Renzo Tramaglino in fuga verso Trezzo d’Adda. Un monumento che è tra i simboli di Lambrate. Identico, anche dopo 100 anni.