MAURIZIO
Cronaca

Largo Augusto e piazza Fontana, dal Verziere all’anima “libresca“

Cucchi Scendo dall’autobus 94, arrivo verso largo Augusto e vorrei aggirarmi pacifico, ma devo ovviamente farlo in modo circospetto, dato...

Cucchi Scendo dall’autobus 94, arrivo verso largo Augusto e vorrei aggirarmi pacifico, ma devo ovviamente farlo in modo circospetto, dato...

Cucchi Scendo dall’autobus 94, arrivo verso largo Augusto e vorrei aggirarmi pacifico, ma devo ovviamente farlo in modo circospetto, dato...

Cucchi

Scendo dall’autobus 94, arrivo verso largo Augusto e vorrei aggirarmi pacifico, ma devo ovviamente farlo in modo circospetto, dato il dominio dei lavori in corso e la riduzione a ristrettì camminamenti, in quasi labirinti transennati, del percorso pedonale. Ma poi la piazza mi si apre spaziosa e addirittura vuota e posso osservarne al centro la Colonna (manieristico-barocca) del Verziere (del 1673, opera di Giovanni Battista Vismara) altissima e sovrastata dalla statua di Cristo. Su un lato si impone, per me poco, in effetti, attraente, il gran palazzo del cinque stelle Collection President. Sono ormai in Largo dei Bersaglieri, con il monumento di Mario Robaudi installato nel 1973. In prossimità di piazza Fontana, mi accoglie una bella e classica bancarella di libri, dove osservo notevoli file di volumi, soprattutto di Adelphi e Sellerio, mentre lì accanto c’è una colorita edicola, che espone, come ogni altra del genere, vari gadget e oggetti souvenir. Sulla piazza spicca la colorata presenza dei tram, i numeri 15 e 27 al capolinea, mentre al centro vado a dare un’occhiata alla fontana, appunto, opera di Giuseppe Piermarini e Giuseppe Franchi, che risale al 1782 ed è considerata la prima fontana realizzata in città. Osservo i due classici piano del Palazzo Arcivescovile, con il portale neoclassico di Pellegrino Tibaldi. Spiccano comunque le grandi scritte del Monte dei Paschi e della Banca Nazionale dell’Agricoltura e il pensiero non può non andare tristemente alla tragedia del 12 dicembre 1969, inguaribile ferita... Cerco naturalmente di sottrarmi all’orrore dei ricordi di quel giorno e dopo qualche passo titubante mi vengo a trovare proprio di fronte alle vetrine del Libraccio. Decido allora di aggirarmi tra le sue varie proposte interessanti e quando ne esco, carico di immagini che mi ha dato questa esplorazione , mi concedo una meritata merenda in un locale che c’è proprio lì. È il Gran Caffè Cimmino, dove mi accomodo nella sua bella saletta.