
Ludovica Maria Raja, milanese, 24 anni
Milano, 24 luglio 2021 - Dall’allergia al glutine e al lattosio alla laurea in Food engineering al Politecnico di Milano: così la 24enne milanese Ludovica Maria Raja ha raggiunto il suo obiettivo: "Capire come gli alimenti vengono prodotti e cosa contengono per aiutare le persone". E dall’1 luglio, ancor prima di essere proclamata, lavora già per Campari. Insieme al 23enne Elia Zama, i due giovani laureati sono i primi a tagliare il traguardo della magistrale voluta dall’ateneo di piazza Leonardo con i partner Esselunga, Goglio, Granarolo, Nestlé, Number1, Unilever Italia e Unitec. L’obiettivo del corso è di formare ingegneri alimentari in grado di risolvere i problemi e innovare la catena di valore dell’intera filiera. Raja, come mai ha scelto questo corso? "Durante la triennale ho studiato Ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie, ho guardato con curiosità la presentazione. Rispetto a tutti i corsi che riguardano ingegneria mi ha affascinato il fatto che ci fosse una parte di gestionale, l’ho sempre ritenuta indispensabile insieme al lato economico. Quattro anni fa ho iniziato sviluppare allergie per i prodotti che contenevano glutine e lattosio allora mi sono appassionata ancora di più". La prima in assoluto a laurearsi in questo corso: era spaventata? "Ho iniziato a frequentare le lezioni con molta curiosità e anche tanta paura, perché nessuno poteva darmi consigli. Eravamo i primi a sostenere gli esami, era tutto una novità. Mi reputo fortunata, il corso mi ha permesso di istruirmi a 360 gradi sull’intera filiera della produzione, distribuzione e gestione dell’industria alimentare e bevande". Ha una passione per il cibo? "Non sono mai stata una buongustaia e amante del cibo. Mi sono avvicinata al cibo per le allergie. Il mondo si sta evolvendo verso chi soffre di allergie. La società sta andando avanti e affronta questi problemi. Quattro anni fa per me era complicato uscire a cena con gli amici. Tra i programmi tv amo Masterchef, nonostante non sia una buongustaia mi piace cucinare, adoro fare ravioli e gnocchi". La lezione che, da ingegnere, l’ha più stupita? "Microbiologia, mi sono sentita una biologa e non solo una ingegnere. Mi ha entusiasmato. Tra i punti forti del corso c’è quello di vivere a stretto contatto con le aziende del settore alimentare e delle bevande. Tutte le esperienze si fanno sul campo. È molto pratica come laurea". Il Covid-19 ha rallentato le opportunità? "No, prima del coronavirus la possibilità di vivere l’università in presenza e le aziende era unica, ma con il passaggio alla didattica a distanza i contatti non si sono spezzati e abbiamo continuato a lavorare". Qual è stato l’oggetto della sua tesi di laurea? "Come ridurre l’acrilammide, sostanza presente anche nelle patatine, non ufficialmente dannosa ma dopo molte ricerche è stato deciso di dosarla in via precauzionale. Assunta in alte dosi può essere pericolosa". Ieri la proclamazione, ma già lavora… "Dal primo di luglio lavoro da Campari, mi sto trovando benissimo, ho realizzato il mio sogno. Tra vent’anni spero di guidare un team ma parte importante del mio tempo la dedicherò alla famiglia e all’essere mamma".