All’inaugurazione della nuova sede dell’Archivio del Lavoro c’era anche un "monumento vivente" alla storia della Cgil come Antonio Pizzinato, storico leader sindacale classe 1932. Un archivio che custodisce tesori: dagli scatti del fotografo Silvestre Loconsolo, che documentano scioperi e storiche manifestazioni all’Alfa Romeo di Arese e raccontano la progressiva dismissione della fabbrica nella “città dei motori“, a una tuta blu cimelio dei metalmeccanici. Una mole sterminata di documenti sindacali che raccontano decenni di battaglie per il lavoro, libri, fotografie, manifesti, contratti, riviste, giornali di fabbrica, medaglie, tessere, bandiere, interviste, audio e filmati. Materiale custodito dall’Archivio del Lavoro nato nel 1976 a Sesto San Giovanni e ora rinnovato nei suoi spazi, con nuove sale e anche due nuove targhe. Uno spazio, diretto da Debora Migliucci, per accogliere studenti e cittadini, ricercatori che hanno bisogno di consultare documenti e atti.
La sala conferenze è stata dedicata a Giuseppe Granelli, operaio sindacalista che una volta in pensione si dedicò alla raccolta delle testimonianze di 500 lavoratori iscritti alla Fiom. La sala studio è stata invece intitolata ad Elide Pacini, "memoria storica" prima della Cgil e poi dello Spi. "Noi crediamo nel ruolo di questo spazio – sottolinea Angela Mondellini, segretaria Cgil Lombardia -. Nel fare memoria bisogna crederci e capirne l’importanza, ogni documento è un monumento come dice Foucault". L’archivio conserva anche un modellino della barca a vela di Susanna Camusso, donato dalla leader sindacale quando lasciò Milano per prendere il largo, accanto a opere d’arte contemporanea acquistate nel 1972, come i “cubi” di Mauro Staccioli, durante la grande mobilitazione a favore dei prigionieri politici in Spagna negli anni del franchismo. Oltre 300mila fotografie, un chilometro e mezzo di metri lineari di documenti. "Cosa sarebbe oggi la storia senza il comunicato di Giuseppe Di Vittorio – spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione – in cui prende le distanze dall’intervento militare in Ungheria? Conservare le fonti storiche significa conservare vivo un pensiero, quello del movimento dei lavoratori".
Andrea Gianni