Milano - Il caporale che dopo averli reclutati li ha fatti lavorare in nero per quasi un mese è sparito, ha incassato i bonifici della ditta committente ed è tornato in Egitto. La squadra di sei operai, tutti egiziani, è rimasta senza i compensi pattuiti, da 500 fino a mille euro a seconde delle giornate lavorate.
Sfruttati e raggirati
Cartongessisti, imbianchini, carpentieri impiegati per la ristrutturazione di una sala bingo a Milano, con una paga giornaliera di circa 50 euro o poco più per 9 ore di lavoro. Solo due di loro parlano l’italiano. Gli altri sono arrivati da poco in Italia, manodopera per pochi euro nell’ultimo anello della catena degli appalti. "Quando abbiamo contattato il capo per avere i nostri soldi ha detto che non li aveva ancora ricevuti – racconta uno di loro, che chiede di rimanere anonimo – ma invece abbiamo scoperto che era stato pagato, solo che non voleva pagare noi. Poi è sparito, non si è fatto più trovare".
Il contenzioso
Gli operai, ieri mattina, si sono presentati nella sede milanese della Filca-Cisl, il sindacato dei lavoratori dell’edilizia. Hanno raggiunto un accordo con la ditta committente, che ha accettato di chiudere il contenzioso offrendo loro un assegno. Si è trovata quindi a pagare due volte: la prima alla ditta a cui aveva subappaltato una parte dei lavori, e la seconda agli operai in nero rimasti senza il compenso pattuito. "Dobbiamo ringraziare la norma sulla responsabilità solidale della committente nei contratti di appalto – spiega Alem Gracic, segretario generale della Filca-Cisl – che qualcuno vorrebbe cancellare. In questo caso c’è stata un conclusione positiva, mentre in altri è molto più difficile se non impossibile recuperare il denaro".
Ditte fantasma
La beffa subita dalla squadra di sei operai in nero non è, purtroppo, un caso isolato. Lavoratori dell’edilizia rimasti senza paga si affollano ogni giorno nelle sedi dei sindacati. Soprattutto di sabato, quando i cantieri dove si lavora fino a dieci ore al giorno sotto il sole sono chiusi. Ed è solo la punta dell’iceberg: alcuni rinunciano a ottenere i soldi, altri si si affidano alla violenza. Il lato oscuro di un settore che sta conoscendo un boom spinto dai bonus, con l’apertura di migliaia di ditte “fantasma“, create da un giorno all’altro. "Sono spuntate in Lombardia oltre 12mila nuove imprese – spiega il segretario generale della Feneal-Uil Lombardia, Enrico Vizza – senza un’ora di formazione e conoscenza del cantiere". E a pagare il prezzo sono i lavoratori.
Senza regole
"Sono nell’edilizia da 11 anni, da quando sono arrivato in Italia – racconta uno degli operai egiziani – e quando si fanno lavori piccoli in subappalto, di un mese o poco più, si lavora senza contratto. Dicono che è un periodo di prova. Il reclutamento avviene al telefono, quando hanno bisogno di carpentieri per un cantiere ci scrivono o ci chiamano". Un lavoro senza regole che avviene alla luce del sole, approfittando della carenza di ispettori che rende impossibili i controlli. "Quando uno si fa male lo portano fuori dal cantiere – racconta – in caso di ricovero in ospedale deve raccontare di essersi infortunato da un’altra parte. In tutti questi anni le condizioni sono sempre le stesse".