ANDREA GIANNI
Cronaca

Giungla lavoro, 700 contratti pirata: "Così si truccano i salari"

Accordi fra sindacati "fantasma" senza rappresentanza e associazioni di imprese. Paghe ridotte fino al 40% e periodi di prova prolungati all’infinito

Un operaio

La durata del periodo di prova di 30 giorni viene raddoppiata o addirittura estesa fino a 140 giorni per un cameriere, offrendo mano libera alle aziende sulla possibilità di liberarsi del personale. E lo stipendio minimo, limando straordinari e altri istituti, subisce un ribasso anche di 300 euro. Effetto del proliferare di contratti “pirata“, soprattutto nel settore del terziario ma anche nell’edilizia, logistica e agricoltura. Contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) che innescano una "guerra fra poveri", siglati da sindacati e associazioni di imprese “fantasma“: non rappresentano nessuno, ma peggiorano le condizioni per tutti, abbattendo i salari fino al 30-40%. Sono 992 quelli depositati al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, un ginepraio che parte dalla “A“ di agricoltura e arriva alla “V“ di vigilanza privata. E il numero cresce anno dopo anno.

Da una analisi della Fondazione Di Vittorio emerge come il numero di contratti sia passato da 551 nel 2012 a 992 nel 2021 (441 contratti in più, di cui solo 25 firmati da Cgil, Cisl e Uil) registrando così una crescita dell’80%. Su 992 Ccnl attualmente in archivio, solo 246 contratti (il 24,8%) sono sottoscritti dalle federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Sono invece 746 i contratti (il 75,2%) firmati da altre organizzazioni sindacali, sigle in molti casi prive di una reale rappresentanza e a volte senza neanche una sede, create a tavolino per limare stipendi e peggiorare le condizioni di lavoro nella cornice di una legalità apparente.

"Un nodo che non riguarda solo il sindacato ma anche le associazioni delle imprese – spiega il segretario generale della Uil Lombardia Enrico Vizza – a loro volta rappresentate da sigle a dir poco minoritarie. In questo modo non si tiene conto dei diritti elementari dei lavoratori e si abbattono i salari anche del 40%. Il salario minimo – conclude – non può che essere quello previsto dai contratti di lavoro sottoscritti da Uil, Cgil e Cisl". Guardando i settori, l’agricoltura su su 57 Ccnl ne conta solo 8 firmati da Cgil, Cisl e Uil. L’edilizia conta 57 contratti pirata su 68. Nel commercio si assiste a una esplosione di contratti. Ne esistono ben 282, di cui solo 27 firmati da Cgil, Cisl e Uil. Anche i trasporti contano 51 contratti pirata. Le proporzioni si ribaltano, invece, nella pubblica amministrazione. Su 15 Ccnl, 14 sono firmati da Cgil, Cisl e Uil. "La moltiplicazione dei Ccnl – avvisa la Fondazione Di Vittorio rilanciando sulla necessità di una legge sulla rappresentanza sindacale – può esercitare una pressione verso il basso sui salari e sulle condizioni lavorative".