GIULIA BONEZZI e NICOLA PALMA
Cronaca

Le 72 ore ad alta tensione dalla Sicilia a Milano: in auto con la madre novantenne, poi il ricovero e le botte al medico

Il cinquantaseienne era andato a Catania per portare via la donna da una Rsa. Mercoledì si è presentato in via Sforza: "Dimettetela subito". Denunciato dai carabinieri

Un ospedale sotto choc. L’aggressione di mercoledì pomeriggio al Policlinico ha lasciato un segno profondo sia sulla gamba destra del medico trentaduenne M.L., fratturata dall’assalto del cinquantaseienne con problemi psichici A.F., sia nella mente di colleghi e dirigenti del Policlinico, che parlano di "grande preoccupazione" e di "paura per un danno importante".

Chi è l’aggressore

Un sentimento esplicitato a chiare lettere dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, che ha parlato di "situazione intollerabile" anche in un incontro a Roma con il ministro della Salute Orazio Schillaci: "Come si chiede, giustamente, più sicurezza nelle piazze, nelle stazioni e in altri luoghi pubblici, a maggior ragione – ha sottolineato – si deve esigere all’interno degli ospedali, dove nessuno vuole essere preso in carico da un medico che ha l’ansia di essere aggredito. I nostri sanitari devono lavorare con assoluta tranquillità".

Sulla stessa linea il dg di via Sforza Ezio Belleri: "È chiaro che ci si preoccupa per la propria incolumità fisica. Questo non dovrebbe assolutamente accadere, ma purtroppo è accaduto. Noi auspichiamo che non si verifichi mai più, ma certamente la situazione del rapporto con l’utenza non è facile da gestire, anche perché effettivamente trovi qualsiasi tipo di comportamento dall’altra parte. Noi stiamo cercando di far sì che i nostri collaboratori affrontino correttamente il rapporto con i pazienti e con i familiari dei pazienti". Detto questo, "spesso e volentieri il problema non è con il paziente, ma con i familiari, che a volte si improvvisano addirittura decisori di area medica e vogliono intervenire rispetto alle decisioni che invece devono essere naturalmente prese da professionisti".

Già, proprio il "problema" che si è presentato due giorni fa nel reparto di Medicina ad alta intensità di cura. Lì, da lunedì, è ricoverata la madre novantenne di A.F., che nei giorni precedenti, stando a quanto risulta al Giorno, si è recato nell’isola natale (è originario della provincia di Catania) per andare a prendere l’anziana, ospite di una casa di riposo. Il fatto che il 9 marzo il cinquantaseienne – residente nella brianzola Villasanta e in cura in un centro psicosociale per disturbi del comportamento – sia stato giudicato dalla commissione medica dell’Asl di Monza invalido permanente al 100%, incapace di "attendere alle ordinarie incombenze", lascia pensare che non sia in grado di accudire la madre e che quest’ultima sia stata affidata ad altri parenti in Sicilia o a un amministratore di sostegno. In ogni caso, A.F. è arrivato in macchina sull’isola e in qualche modo sarebbe riuscito a entrare in contatto con la mamma per riportarla con sé in Lombardia. Il lungo viaggio di ritorno, reso ancor più spossante dal caldo record, ha però debilitato la donna, tanto che a Milano l’uomo l’ha accompagnata in ospedale. Mercoledì pomeriggio, però, si è presentato al Policlinico e ha affrontato in malo modo il personale sanitario, pretendendo le immediate dimissioni. Quando M.L. ha cercato di spiegargli in maniera pacata che non era possibile, sia per ragioni mediche sia per ragioni amministrative (verosimilmente legate alle tutele legali a cui è sottoposta), il cinquantaseienne gli si è avventato contro all’improvviso, senza dargli la possibilità di reagire: lo ha colpito con un pugno e poi gli è saltato addosso con tutto il peso del corpo, spezzandogli il femore in tre punti.

I carabinieri del Radiomobile, allertati dall’ospedale, sono riusciti a calmare l’aggressore e ad allontanarlo dalle corsie. A valle degli accertamenti investigativi e di una valutazione medica delle condizioni di A.F. che alla fine ha ritenuto non necessario un trattamento sanitario obbligatorio, l’uomo è stato denunciato a piede libero per lesioni aggravate: a M.L. serviranno almeno 45 giorni per riprendersi, ma non è escluso che prognosi e tempi di recupero si allunghino oltre il mese e mezzo. I militari del pronto intervento e del Nucleo operativo della Compagnia Duomo, d’intesa con la Procura, hanno chiesto l’urgente adozione di misure cautelari o di sicurezza nei confronti del cinquantaseienne: improbabile che vengano concesse le prime; verosimile che ad A.F. possa essere imposto un divieto di avvicinamento o un obbligo di dimora nel Comune di residenza.