VilloisIl sistema bancario italiano è, quanto mai in passato, in una fase di straordinarie ma complesse trasformazioni, in un Paese come il nostro in cui oltre il 60% della popolazione vive in cittadine e soprattutto paesi, sono ben 8mila i comuni, le cui abitudini e attività sono fortemente circoscritte al territorio di residenza, pur essendo il turismo, soprattutto dal dopo covid, letteralmente esploso e sempre più rilevante per il nostro sistema socio-economico. L’ammodernamento delle consuetudini, tra le quali il rapporto tra cittadini, imprese e sistema bancario, è necessario, ma un consolidamento come quello in corso che potrebbe puntare ad un grande duopolio costituito da Intesa e UniCredit, potrebbe essere eccessivo. Meglio sarebbe la nascita di almeno un terzo e un quarto polo, salvaguardando il ruolo di molte altre piccole banche e rafforzando quello delle banche di credito cooperativo, sempre più importanti per i territori al di fuori delle grandi e medie città. Un’analoga situazione di concentrazioni è avvenuta, a partire dalla fine degli anni 90, nell’ambito del commercio di vicinato, fortemente ridimensionato prima con i grandi centri commerciali, poi con i medi e ultimamente con i piccoli nella città di ogni dimensione. Il risultato che ne è seguito ha determinato la perdita di occupazione, seppur di lavoro autonomo, di decine di migliaia di posti. Analoga situazione si profila all’orizzonte per il consolidamento bancario, che è in una fase tutt’altro che terminale, anzi i fuochi di artificio aspettano l’ingresso in campo del numero uno italiano del credito, Intesa. Un consolidamento eccessivo, oltre che per i posti di lavoro nelle banche, andrà ad incidere sulla clientela a causa della riduzione dell’offerta a monte della quale andrebbero ad esserci un paio di poli, la cui clientela corrisponderebbe a ben oltre la metà del totale, i quali potrebbero essere portati ad aumentare il loro singolo peso, acquisendo, come sta per accadere nel dossier UniCredit- Banco Bpm, quest’ultima, che il primo potenziale protagonista della nascita del terzo polo.
CronacaLe banche e i pericoli del duopolio