
Piera Nava, attuale proprietaria di villa Della Rovere a Cusano Milanino racconta la straordinaria storia di Amalia, medica, autrice e femminsta.
La villa di via Costanza 9 non è solo una delle dimore simbolo del Milanino, la prima città giardino italiana, nata sull’esempio delle “garden city“ inglesi di inizio ‘900 per opera dell’Unione cooperativa e del suo presidente Luigi Buffoli. Questo edificio racchiude un secolo di storia e di storie, di aneddoti e di personaggi anticonformisti che hanno rappresentato il volto migliore di Milano.
Si chiama Villa Della Rovere, dal nome della prima famiglia che la abitò e la costruì nel 1910: sulla ringhiera si può ancora ammirare il simbolo della quercia. Al Milanino, però, tutti la conoscono come la “casa di Petronilla“, alias Amalia Moretti Foggia, medica, autrice, femminista ante litteram. La storia di questa dimora in stile liberty è stata raccontata da Piera Nava, l’attuale proprietaria, che insieme a sua figlia Camilla ha aperto i cancelli del suo giardino durante le giornate Fai, ripercorrendo l’incredibile storia dei primi inquilini, il chirurgo Domenico Della Rovere e sua moglie Amalia.
"È lo specchio di chi l’ha fatta costruire e conserva una profonda stratificazione di memorie, che abbiamo cercato di ricostruire attraverso documenti, foto, archivi e gli Amici del Milanino – spiega Piera –. Amalia arrivava da una stravagante famiglia mantovana di speziali dal ’700. Oltre a essere farmacisti, realizzarono a mano erbari con i dipinti delle erbe che raccoglievano e usavano. I genitori non la costrinsero mai a fare la signora". Lei decise di studiare: nel 1895 prese la prima laurea in scienze naturali e nel 1898 conseguì la laurea in medicina con il professor Murri del quale diventò assistente. "A quel tempo le donne laureate in medicina erano solo tre: una era Maria Montessori". Nel 1900 l’arrivo in una Milano sconvolta dalle sommosse. Sarà Anna Kuliscioff, compagna di Filippo Turati e madre del socialismo italiano, a trovarle casa, dove poi nacque il partito socialista.
"Pagava la stanza 12 lire al mese. In Duomo conobbe Ada Negri e diventarono amiche fino alla morte. Una volta furono fermate perché erano a passeggio senza veletta: la settimana dopo andarono senza cappello, facendo scandalo sui giornali". In questa rete di relazioni, anche quella con la fondatrice dell’Asilo Mariuccia, Ersilia Bronzini Majno. La terza donna medico in Italia fu anche la prima a specializzarsi in pediatria. "Per decenni lavorò al Poliambulatorio di Porta Venezia, curando gratuitamente chiunque avesse bisogno e coinvolgendo i fratelli, uno ginecologo e l’altro farmacista. Ottaviano era rimasto nella farmacia di Mantova e le dava le medicine da distribuire ai non abbienti. Amalia curava i bambini infettati per strada, le prostitute. Non era solo la signora che veniva in questa villa in carrozza. Veniva qui per fare l’orto di erbe officinali".
Della Rovere era grande amico di Buffoli. Così, acquistò un lotto al Milanino per costruire la loro casa di riposo e tempo libero nella Città Giardino. L’appezzamento accanto, sull’angolo con via Primula, era l’orto dove Amalia coltivava soprattutto le erbe per i preparati naturali che dispensava ai suoi pazienti. "Questa era una casa di campagna, di vacanza. Passava le estati con il marito, che ha sempre mostrato grande amore per questo luogo". Tra i loro cari amici c’era anche Eugenio Balzan, direttore della Domenica del Corriere. "Chiese ad Amalia di scrivere una rubrica di medicina in cui insegnare come curarsi. ‘I consigli del dottor Amal’ fu lo pseudonimo tenuto per 40 anni e 1.200 articoli. Altrimenti, col suo nome da donna non avrebbe avuto credito. Sotto il nome di Petronilla pubblicò invece 13 libri e una rubrica di 800 articoli sulla cucina. Erano tempi di guerra, non c’erano materie prime e lei aveva inventato la cioccolata senza cioccolata, la maionese senza uova. Tutti manicaretti provati dalla ‘cognatona’, chiamata così per la sua stazza. Con ‘L’arte di cucinare con quello che c’è’ era di fatto una foodblogger moderna: le mandarono anche una pasta da testare, proprio come si fa con le influencer".