"Dall’incontro fra il Comune e i costruttori è arrivato un primo segnale positivo, ma siamo solo all’inizio e noi non molleremo la presa fino a quando non verrà trovata una soluzione definitiva. Non staremo a guardare...". Cristian Coccia è uno degli acquirenti degli appartamenti nelle Residenze Lac in via Cancano, al Parco delle Cave, sotto sequestro da luglio. È tra i fondatori del comitato ‘Famiglie sospese, Vite in attesa’, che riunisce persone che hanno comprato casa in palazzi finiti al centro di inchieste per presunti abusi edilizi, già abitati o ancora in fase di costruzione, oppure hanno investito in progetti rimasti incagliati negli uffici comunali e non ancora avviati.
Il sindaco Sala e l’assessore Tancredi hanno incontrato i costruttori, delineando un’ipotetica soluzione per sbloccare i cantieri. Che cosa ne pensa?
"Il puzzle è complicato da comporre, la disponibilità dei costruttori è un buon prerequisito dopo i nostri appelli per accelerare e sbloccare questa situazione di stallo. Ora attendiamo gli sviluppi di un eventuale dialogo con la Procura, e chiediamo di essere coinvolti".
Chiederete un nuovo incontro al Comune?
"Nei prossimi giorni torneremo a sollecitarlo per capire come si potrebbe concretizzare questa eventuale soluzione e avere garanzie sui tempi. Se dovesse essere necessario, in questa fase complessa, saremmo lieti di incontrare anche il procuratore. Siamo convinti che anche da parte della Procura ci sia la consapevolezza che è necessario trovare una soluzione concreta e in tempi rapidi alla nostra situazione, perché noi ci stiamo perdendo il sonno e viviamo da mesi nell’angoscia. Siamo circa 1600 famiglie, e abbiamo stimato per ognuna una esposizione media di circa 250-300mila euro".
Quando avreste dovuto entrare nei vostri appartamenti?
"La consegna dei primi appartamenti alle Residenze Lac era prevista per maggio di quest’anno, per concludere tutto entro la fine del 2025. Il cantiere è fermo da luglio, con il rischio di danni per la struttura e anche di un appesantimento dei costi".
Come sono i rapporti fra voi e il costruttore?
"Nel nostro caso la società, Nexity, ha cercato di venirci incontro ed è stata la prima a proporre una soluzione anche attraverso la leva economica. Le situazioni che stiamo vivendo sono variegate. In alcuni casi alle famiglie è stata offerta la possibilità di uscire dall’iniziativa immobiliare, in altri casi stanno emergendo problemi e criticità, anche per chi abita in palazzi già costruiti e finiti al centro di inchieste. Il rischio è un deprezzamento dell’immobile e anche che, nell’ipotesi peggiore, la banca pretenda di rinegoziare il mutuo".