"Siamo arrivati la prima volta in Corsica una quindicina di anni fa, per una campagna geologica volta a confrontare la morfologia dell’isola con quella delle Alpi occidentali. Ci siamo accorti subito che troppe cose non tornavano". Da allora Marco Malusà, docente di rilevamento geologico all’università di Milano-Bicocca (dove insegna dal 2007), è tornato tutti gli anni con un gruppo di studenti (dai 15 ai 30 ogni volta) per proseguire nelle indagini. Ne ha coinvolti a centinaia. Fino ad arrivare a svelare come l’emersione, 8 milioni di anni fa, di Cap Corse, la penisola settentrionale “a forma di dito”, abbia determinato l’orografia della Corsica.
"Abbiamo ricostruito l’alternanza, in diverse epoche geologiche, di tre corsi d’acqua sul “trono” di fiume più lungo dell’isola: prima l’Ostriconi, poi, dopo due fenomeni di cattura fluviale, il Tavignano e infine il Golo – spiega Malusà –. L’emersione di Cap Corse, la penisola settentrionale a forma di dito, ha rivoluzionato tutto". La scoperta offre un nuovo sguardo sulla storia e sull’attualità geologica dell’isola del Mediterraneo occidentale. È stata pubblicata questa estate sulla rivista “Earth and Planetary Science Letters“ da Malusà e Alberto Resentini, dell’Università di Milano-Bicocca, e dal collega Hella Wittmann, dell’Helmholtz Centre di Potsdam (Germania).
Agli studi sul campo si sono alternati esperimenti nei laboratori di Bicocca, dove sono stati analizzati campioni di sedimenti raccolti in diverse zone dell’isola. Le spedizioni in Corsica sono confluite anche in decine di tesi di laurea. "Un tempo l’Ostriconi era il fiume più grande di tutta la Corsica, raggiungeva i 100 chilometri – spiega Malusà –, oggi ha invece una lunghezza di 23 chilometri. Nasceva nel centro dell’isola, sfociando poi nel Mar Ligure. Nell’Ostriconi confluivano le acque e i sedimenti provenienti da zone molto distanti dell’isola, fino alle pendici dei monti Cinto, Rotondo e San Petrone".
L’emersione 8 milioni di anni fa di Cap Corse, portò alla nascita di altri corsi d’acqua minori, che sfociavano nel Mar Tirreno, e che da allora hanno cominciato a scavare le montagne sul lato Est della Corsica fino a intercettare il bacino dell’Ostriconi.
Indagini chiuse? Tutt’altro. "Una volta capito cos’è successo 10 milioni di anni fa possiamo andare ancora a ritroso e aggiungere ulteriori tasselli – conclude il professore della Bicocca –: procederemo con il confronto con le Alpi Occidentali. D’altronde in Corsica affiora tutto, è come raggiungere le vette alpine più alte, bisogna “solo” avere tanto tempo per mappare".".
Si.Ba.