ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Le industrie del ’900 a Melegnano. Dalla fabbrica dei re alla chimica

Rivivono le storie di Broggi Izar, Saronio e Monti&Martini, un complesso che dava lavoro a 3mila persone. Nel volume "Le grandi fabbriche a Melegnano. Un ricordo sbiadito" il lavoro del fotografo Adriano Carafoli.

Le industrie del ’900 a Melegnano. Dalla fabbrica dei re alla chimica

Rivivono le storie di Broggi Izar, Saronio e Monti&Martini, un complesso che dava lavoro a 3mila persone. Nel volume "Le grandi fabbriche a Melegnano. Un ricordo sbiadito" il lavoro del fotografo Adriano Carafoli.

Nel Novecento Melegnano è stata sede di importanti industrie che nel complesso davano lavoro a oltre 3mila persone. La prima a insediarsi in città fu la Broggi Izar, nell’omonimo quartiere che oggi ospita 440 appartamenti, lungo l’ansa del Lambro. Era chiamata "la fabbrica dei re" perché produceva posate e argenteria per le case regnanti d’Europa, gli alberghi blasonati e i transatlantici, tra i quali l’Andrea Doria. Restò in attività dal 1900 al 1996. Poi fu la volta della Monti & Martini, che produceva materiali dielettrici e materie plastiche. Aperto nel 1932, lo stabilimento di Melegnano si trovava nell’attuale piazza delle Associazioni, poco lontano dalla stazione ferroviaria. L’attività è cessata nel 1983; l’ex magazzino di spedizioni dell’azienda ospita oggi la biblioteca comunale. La terza realtà era quella della chimica Saronio, nata nel 1926 e dismessa quarant’anni dopo. Nella sede di Melegnano, a Ovest del centro storico, si producevano solventi e coloranti, mentre nel distaccamento di Riozzo, a Cerro al Lambro, prendevano forma le armi chimiche per gli eserciti del Duce. Fino agli anni Trenta fu inoltre attivo a Melegnano il Linificio e canapificio nazionale, che nel periodo d’oro occupava 1.100 operai e produceva 8mila chili di filati al giorno.

Di quel passato oggi restano poche tracce, ma il volume "Le grandi fabbriche a Melegnano. Un ricordo sbiadito", a cura e con le immagini del fotografo Adriano Carafoli, cerca di far rivivere quella pagina di storia in gran parte dimenticata. Presentato al castello di Melegnano, il libro nato dalla collaborazione col Comune è ora in vendita nella sede dell’associazione "Il sorriso dei popoli", in via Zuavi 10 a Melegnano. La stessa associazione utilizzerà i proventi per finanziare le proprie iniziative benefiche in alcuni dei Paesi più disagiati del mondo, dal Congo all’India fino al Nepal.

"L’attuale volume è il compendio, in chiave più divulgativa, dell’omonima pubblicazione ‘Le grandi fabbriche a Melegnano’, scritto da Giovanna Longhi ed edito nel 2000", spiega Carafòli, che alle immagini già contenute nel libro originario ne ha aggiunte di ulteriori e inedite. E così, quello che si offre al lettore è il racconto delle industrie e del loro rapporto con la città, con le ricadute occupazionali, ma anche, purtroppo, con la pesante eredità, in termini d’inquinamento ambientale e mortalità, che in alcuni casi hanno lasciato in dote. Il volume indugia inoltre sull’architettura degli stabilimenti e l’interno dei locali, nonché gli scioperi e le manifestazioni che accompagnarono l’annuncio della loro chiusura. "L’intento - prosegue il fotografo - è trasmettere la conoscenza di un passato, col quale difficilmente le nuove generazioni verrebbero a contatto, e mostrare le profonde trasformazioni urbanistiche che la città ha subìto nel corso del tempo".

A sostenere, da subito, l’idea di un libro come un serbatoio di ricordi e percorso di riflessione è stato Simone Passerini, vicesindaco e assessore alla cultura di Melegnano.

"Questo volume - scrive nella prefazione - è un’opera che ogni melegnanese dovrebbe avere nelle proprie librerie. Per sentirsi parte di una Storia, quella della nostra città, e guardare al futuro con la consapevolezza di chi conosce le proprie radici".