REDAZIONE MILANO

Le modifiche alla legge sulla caccia. A rischio i controlli sui richiami vivi

Via libera a emendamenti che allentano i vincoli sull’attività venatoria: è polemica

Le modifiche alla legge sulla caccia. A rischio i controlli sui richiami vivi

Tra i temi più toccati dalla legge di revisione ordinamentale approvata dal Consiglio regionale c’è la caccia. E il motivo è presto detto: la Regione era chiamata a estendere il divieto di attività venatoria in valichi montani che aveva escluso. Da qui l’occasione di allargare le maglie della legge 26. Un obiettivo solo in parte frenato dal parere dell’ufficio legislativo del Pirellone, che ha sollevato criticità sulle modifiche volute dalla maggioranza. A chiedere il parere era stata Michela Palestra, consigliera regionale del Patto Civico.

L’ordinamentale ha allargato le maglie su più punti, a partire dai controlli sugli anellini da apporre al tarso degli uccelli usati come richiami vivi, come esche. Con la modifica approvata dal centrodestra ora deve essere un veterinario dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) territorialmente competente a verificarne la liceità. Una norma che, come rilevato dall’ufficio legislativo, rischia di ridurre gli accertamenti, considerata la carenza di veterinari in forza alle ATS. L’ordinamentale allunga poi i tempi per il rinnovo delle autorizzazioni per la caccia da appostamento fisso: "Il mancato rinnovo dell’autorizzazione entro i termini – si legge – non produce decadenza a condizione che la domanda di rinnovo o subentro avvenga entro il 31 dicembre successivo alla data di scadenza". Non è finita. Il cacciatore può usare le postazioni che desidera: "È fatto salvo il diritto per ogni cacciatore che abbia esercitato l’opzione per la caccia in via esclusiva da appostamento fisso di accedere in qualsiasi appostamento fisso della Regione o di divenire titolare dell’autorizzazione, anche se ubicato nell’ambito territoriale o comprensorio alpino di caccia diverso da quello ove è iscritto". Non ultimo, il venir meno della valutazione di incidenza ambientale per gli appostamenti fissi che non si trovano all’interno dei siti Natura 2000 o ad un raggio di 100 metri dagli stessi. Da qui la protesta di Palestra: "L’attività legislativa di questa maggioranza continua a favorire la caccia. Un tema affrontato come un’ossessione trascurandone di più urgenti. L’ultima azione è la modifica della legge 26 con emendamenti tutti a favore della caccia. Quali sono gli interessi dietro a questa azione costante, senza freno e ritegno verso le norme che anche in questa regione siamo chiamati a rispettare? Un’azione legislativa miope che comporterà ulteriori spese per i cittadini".

Giambattista Anastasio