Un nuovo contratto con i gruppi editoriali che preveda 10 centesimi in più per copia di giornale. Azzeramento delle transazioni del Pos sui pagamenti elettronici dei quotidiani. Aiuto economico stabile alle edicole tramite un’apposita quota del fondo per l’editoria. Sono le tre richieste del Sindacato nazionale giornalai d’Italia (Sinagi) per sostenere la rete di vendita, colpita negli ultimi anni dalla crisi della carta stampata. Ieri in piazza della Resistenza Partigiana a Milano e in via Fratelli Cervi-via Robecco a Cinisello Balsamo, e di nuovo oggi in via Porta Ronca 53 a Rho e in via Caduti della Libertà 8 a Cormano, quattro chioschi della città metropolitana di Milano aperti fino alle 22, in rappresentanza di tutti gli altri.
La notte delle lanterne — questo il nome dell’iniziativa ispirato all’aneddoto secondo cui, nell’Atene del IV Secolo a.C., il filosofo greco cinico Diogene di Sinope si aggirava con una lanterna in pieno giorno — non è soltanto un’occasione di denuncia. Si tratta anche di una manifestazione culturale, tesa ad affermare l’importanza delle edicole come presidi sociali di cultura e di sicurezza. "Comprare il giornale è un rito — spiega Simona Piccoli, che insieme alla sua famiglia gestisce un elegante chiosco di legno in Piazza della Resistenza Partigiana —. È un momento che i cittadini dedicano a sé stessi, per stare bene e per leggere: cosa che online non è possibile fare fino in fondo". Dal suo punto di vista, solo la carta stampata permette di approfondire un articolo e di concedersi il tempo per riflettere e farsi un’opinione propria. Per questo, sostiene, è necessario che gli editori italiani non investano esclusivamente sul digitale.
"A me piace stare a contatto con le persone, mi rende felice", prosegue Piccoli che denuncia come i problemi nella distribuzione locale comportino un’eccedenza di copie in alcune edicole e un’insufficienza in altre. "Occorre che siano tenute in maggiori considerazione le esigenze dei lettori", conclude, anticipando che il 21 novembre, a Roma, si terrà una manifestazione nazionale. "È la crisi dei quotidiani a causare la crisi dell’edicole, non viceversa", precisa Amilcare Digiuni della segreteria nazionale del Sinagi. L’esigenza principale, afferma, è riconoscere il principio secondo cui se si agevola l’editoria, allora devono essere aiutati anche gli edicolanti, "punti di riferimenti culturali del quartiere".