SIMONA BALLATORE
Cronaca

Le regioni amiche di donne e bimbi. Lombardia solo ottava in classifica: politica e aziende senza quote rosa

Scarsa partecipazione femminile: le elette in Parlamento rappresentano il 29,9%, sotto la media nazionale. Il rapporto di WeWorld che lancia la petizione per ristudiare il calendario scolastico e la pausa estiva.

In un’Italia in cui un minore su quattro è a rischio di povertà o esclusione sociale e dove a essere penalizzate sono ancora le madri-lavoratrici, la Lombardia corre a due velocità: accelera nella conciliazione tra vita e lavoro, frena nella partecipazione delle donne in politica. E guardando alle altre regioni, si classifica ben lontana dal podio, sull’ottavo gradino, con un punteggio di 60,7 su 100: perde tre posizioni dal 2018, anno in cui era 5a con un punteggio di 55,2 su 100. Emerge dalla quarta edizione del WeWorld Index Italia 2025 - il rapporto che analizza la condizione di donne, bambine, bambini e giovani - se si inquadrano i “punteggi“ regionali. In particolare, la Partecipazione politica è la dimensione in cui la Lombardia è più distante dalla prima in classifica, l’Emilia-Romagna (79,2 contro 47,7). "In Lombardia la partecipazione politica femminile non arriva al 30% – spiegano da WeWorld –: sono 28,9% le donne elette al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati sul totale degli eletti, a fronte di una media nazionale di 33,7%", Anche per quanto riguarda le “opportunità economiche“ la nostra regione si colloca al 16esimo posto con 33,2 punti, quasi 20 punti di differenza dalla “capolista“, la Valle d’Aosta, dato che dipende dall’imprenditoria femminile: la percentuale di donne sul totale di titolari di imprese individuali iscritte nei registri delle Camere di Commercio italiane è di 24,5% (poco meno di 1 su 4), dato inferiore alla media italiana del 26,7%. Va meglio la conciliazione vita-lavoro per la percentuale di posti autorizzati nei servizi socio-educativi per bambini e bambine di 0-2 anni - pari al 43,1% - che avvicina la Lombardia al target europeo del 45% entro il 2030. "La regione ottiene buoni risultati anche nell’indicatore che misura il rapporto tra i tassi di occupazione delle donne (25-49 anni) con figli e figlie in età prescolare e delle donne senza figli e figlie – spiegano i ricercatori –. In particolare, il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio o una figlia in età 0-5 anni è pari all’80,9% rispetto al tasso di occupazione delle donne senza figli o figlie nella stessa fascia di età". La Lombardia registra anche una percentuale relativamente bassa di famiglie al di sotto della soglia di povertà e presenta il secondo Pil pro capite più elevato, pari a 49.100 euro, subito dopo la Provincia Autonoma di Bolzano (con 59.800 euro). "Servono politiche strutturali, non misure spot, che garantiscano pari opportunità a donne, bambine e bambini, a partire da un accesso equo ai servizi educativi e sanitari e da un impegno concreto per redistribuire il lavoro di cura", sottolinea Dina Taddia, consigliera delegata di WeWorld, che lancia anche la petizione “Ristudiamo il calendario“: "L’Italia ha il calendario scolastico più lungo d ’Europa, con ben 200 giorni di scuola, ma allo stesso tempo vanta una delle pause estive più lunghe, eredità di un passato agricolo che non risponde più alle esigenze delle famiglie di oggi. Il risultato? Un sistema che amplifica le disuguaglianze".