SIMONA BALLATORE
Cronaca

Le sfide del Politecnico Il 24% lascia Ingegneria nel primo anno e mezzo Ora sistema anti-rischio

Nel saluto del rettore Ferruccio Resta le battaglie ancora aperte: "Benessere psicologico, più studentesse, etica e filosofia nei corsi". L’obiettivo sfumato del campus italiano in Africa: "Si può ancora fare"

di Simona Ballatore

"È proprio al limite che deve stare l’università: alla frontiera". Ferruccio Resta inaugura così il 160esimo anno accademico del Politecnico di Milano, il suo sesto e ultimo da rettore. E ai numeri (+75% degli studenti di dottorato, sette nuovi corsi di laurea, +55% dei progetti vinti in Europa per un valore di 190 milioni,...) preferisce dire anche cosa manca, per "alzare sempre più l’asticella" di quell’’ateneo che ora affida alla sua prorettrice vicaria, Donatella Sciuto, in carica dal primo gennaio. "Potrei inondarvi di numeri. Tempestarvi di dati. Probabilmente me lo perdonereste: quella di elencare i propri meriti è la naturale tentazione di chi chiude un ciclo. Ma prendiamo un attimo di respiro", dice, nell’aula magna del Trifoglio, mettendo a fuoco anche le "ferite aperte": "Al Politecnico, la percentuale di abbandono entro il primo anno e mezzo è ancora troppo alta: 24% ad Ingegneria e 14% ad Architettura e Design. Abbiamo attivato la nostra Data Analytics Unit. Grazie a sistemi statistici avanzati, valutiamo la probabilità di rischio per i nostri studenti e attiviamo interventi personalizzati di sostegno agli studi".

Ricorda l’emergenza dopo anni in cui "l’equilibrio si è rotto per tutti": "Sempre più spesso assistiamo a studenti e a studentesse in difficoltà, che vivono momenti di disagio, di incertezza e di debolezza legati allo studio e alla voglia di emergere. Sono tanti quelli che faticano a trovare un equilibrio in condizioni di forte stress, magari lontani da casa o dai propri affetti. Non si tratta di casi isolati e a loro deve andare la nostra attenzione". Il “PoliPSI“ - servizio di sostegno psicologico e psicoterapeutico - oggi assiste oltre 1.300 studenti. Altra battaglia che non si può ancora dire vinta: pari opportunità, in un "Paese dove solo il 18% delle ragazze sceglie percorsi Stem".

Resta ricorda le sfide della ricerca, "una ricerca che deve indagare i limiti del proprio operato, quelli che non può e non deve superare, in equilibrio tra i bisogni dell’individuo, della collettività e dell’ambiente". "Per questo abbiamo attivato Meta, Unità di Studi Umanistici e Sociali su Scienza e Tecnologia - spiega - introdotto insegnamenti di etica e filosofia all’interno delle lauree magistrali e del dottorato di ricerca nei settori più esposti dell’ingegneria; reclutato giovani filosofi, anche grazie alla Fondazione Silvio Tronchetti Provera, all’interno di gruppi di ricerca su alcuni temi particolarmente sensibili, dalla guida autonoma ai dispositivi biometrici".

Apre l’anno accademico e chiude il suo mandato lasciando in eredità un campus, firmato da Renzo Piano, tutto da costruire alla Bovisa e anche "quello che non siamo riusciti a fare, per limiti di sistema", dal Campus di università italiane in Africa - "ancora strategico" - a un grande centro di creazione di start-up. "Il Politecnico mi ha dato tanto - conclude a margine, rispondendo a chi gli chiede cosa farà dal primo gennaio - mi sono divertito tantissimo. Ho delle competenze sul tema dell’innovazione, della mobilità e delle infrastrutture che metterò a disposizione su quelle che saranno le opportunità, senza avere il panico di trovare una seggiola il più presto possibile perché ho un Politecnico che mi accoglie e continua ad accogliermi".