Tre colline artificiali, costruite con le macerie di vecchie case distrutte durante la Seconda guerra mondiale: l’antica città vive sotto l’erba e la terra di parco Lambro, un’ampia area verde fra Cimiano, Lambrate e Segrate. Realizzato nel 1936 e solcato dall’ominimo fiume, fu riqualificato negli anni ‘50, perché gli alberi vennero tagliati durante la guerra per ricavarne legna da ardere. Al suo interno alcune aree a foraggio coltivate a “marcita”, l’antica tecnica dei monaci cistercensi, ma anche una pista da skate, due laghetti e cinque cascine. Negli anni ‘70 ospitò il Festival del proletariato giovanile, la più importante manifestazione controculturale dell’epoca. "Ma ancora oggi organizzano eventi come corse non competitive e festival di skate, oltre ai rave notturni", racconta Anna Marchi, che abita vicino. "È un parco bello e ben frequentato: da bambino facevo il bagno e pescavo nel laghetto − ricorda Antonio Giglio, che ci passa con il cane − Però potevano fare lavori più utili: soprattutto riaprire il chiosco in disuso". Ma al di là di tutto, resta un parco molto amato. Che conserva ancora la memoria della Milano che fu.
Thomas Fox