STEFANO
Cronaca

Legge sul sovraindebitamento e liquidazione controllata dei beni

Pillitteri Mi chiede un lettore, oggi lavoratore dipendente, se è possibile applicare la legge 3/2012 relativamente ai debiti di natura...

Pillitteri Mi chiede un lettore, oggi lavoratore dipendente, se è possibile applicare la legge 3/2012 relativamente ai debiti di natura...

Pillitteri Mi chiede un lettore, oggi lavoratore dipendente, se è possibile applicare la legge 3/2012 relativamente ai debiti di natura...

Pillitteri

Mi chiede un lettore, oggi lavoratore dipendente, se è possibile applicare la legge 3/2012 relativamente ai debiti di natura fiscale sviluppati quando era titolare di una piccola impresa edile. Si tratta di una questione piuttosto diffusa. Le crisi economiche che si sono susseguite ormai dal lontano 2008 hanno, infatti, lasciato una lunga scia di attività cessate che, a loro volta, ne hanno lasciato una, altrettanto lunga, di esposizioni con il fisco. Le procedure per sovraindebitamento riguardano esclusivamente le situazioni debitorie relative a prestiti di natura personale. Per i debiti relativi ad attività commerciali è prevista una specifica misura chiamata “concordato minore” finalizzata al risanamento e alla continuità d’impresa. Tuttavia, per le situazioni in cui l’attività è cessata da tempo ma ha prodotto (come capita pressochè sempre) un debito di natura tributaria, è possibile ricorrere alla “liquidazione controllata dei beni” che comporta una drastica riduzione dell’esposizione in essere. Che, spesso, è nell’ordine delle diverse centinaia di migliaia di euro. Mi è capitato il caso di un ex esercente che aveva maturato un debito erariale nell’ordine dei 300.000 euro per poi “chiudere” la liquidazione a 20.000 euro da corrispondere, ratealmente, in 5 anni. La logica è sempre la stessa. L’erario non ha nessuna prospettiva concreta di recuperare il proprio credito per la sostanziale incapienza del debitore. E allora si dà a quest’ultimo la possibilità di liberarsi di un peso destinato a gravargli per sempre, pagando quello che può. Se il debitore non è proprietario di immobili ma ha un lavoro, il suo patrimonio sarà costituito dal solo stipendio. Di cui dovrà destinare una quota mensile. Se, invece, sono presenti immobili dovrà metterli in liquidazione. Del resto, presto o tardi, il fisco avrebbe finito per aggredirli comunque.