GIULIA BONEZZI
Cronaca

Legionella, ventotto casi e un morto in due mesi e mezzo: si allarga il cluster tra Buccinasco e Corsico

Continuano le indagini dell’Ats Metropolitana per individuare la possibile fonte comune dei contagi nelle due popolose città dell’hinterland. Cosa sappiamo finora e le informazioni utili

Corsico, la Fontana dell'Incontro chiusa in via precauzionale dopo gli 8 casi di legionella a Maggio

Corsico, la Fontana dell'Incontro chiusa in via precauzionale dopo gli 8 casi di legionella a Maggio

Milano, 8 luglio 2024 - Ventotto casi in due mesi e mezzo, quasi metà registrati da inizio giugno in poi, e un decesso, di una persona già provata da un’altra patologia: si allarga il cluster di legionella tra Buccinasco e Corsico, mentre continuano le indagini dell'Ats Metropolitana di Milano per individuare una possibile fonte comune dei contagi.

Esami sui campioni d'acqua prelevati (foto archivio)
Esami sui campioni d'acqua prelevati (foto archivio)

L'evoluzione del cluster

Tra il 25 aprile e il 1° maggio di quest’anno, dieci persone - otto residenti a Buccinasco e due nella confinante Corsico, tutte in edifici diversi e tutte anziane o con patologie tranne una donna under 50 - si ammalarono della polmonite provocata dal batterio legionella pneumophila, sette finirono in ospedale e tre di loro in terapia intensiva. Un mese dopo, il 20 maggio, altre due abitanti della stessa zona furono ricoverate al San Paolo; il due giugno i casi erano saliti a 15. Ad oggi, 8 luglio, la conta è arrivata a 28 contagiati in totale, con tre persone attualmente ricoverate nel reparto di Malattie infettive dell'ospedale San Paolo ma fuori pericolo di vita. Nel frattempo però, il 20 giugno, una dei 28 che si sono ammalati è morta: era una donna di 71 anni affetta da una malattia inguaribile, le cui deboli difese sono state sopraffatte dalla legionella.

Cos'è la legionellosi e come si trasmette

Sono quasi sempre persone fragili, per età o per le patologie di cui soffrono, quelle colpite dalla forma grave della malattia provocata dalla legionella pneumophila, un batterio definito «ubiquitario», per la sua grande diffusione. Vive negli ambienti acquatici, naturali come fiumi o laghi e artificiali come fontane, impianti idraulici e di condizionamento, prolifera dove l'acqua ristagna e desta allarme solo quando la sua concentrazione supera un valore-soglia. La legionella può attaccare l’organismo umano soltanto per aerosol, cioè attraverso l’inalazione di minuscole gocce di acqua contaminata: non ci si contagia bevendola, né attraverso gli alimenti, né l’infezione può essere trasmessa da un essere umano all’altro. I casi «sporadici», cioè tra loro indipendenti, di persone che si ammalano di legionellosi sono molto frequenti: l’anno scorso l’Agenzia di tutela della salute di Milano ne ha censiti circa 400 tra Città metropolitana e Lodigiano. I precedenti

I «cluster», cioè concentrazioni di ammalati in una stessa area territoriale e in un arco temporale che possano far sospettare un collegamento tra i casi, sono assai rari: dopo il doppio focolaio di Bresso nell’hinterland Nord di Milano (sei infezioni con un decesso nell’autunno del 2014, e altre 52, di cui cinque letali, nell’estate del 2018), l’Ats Metropolitana non aveva ha registrati altri. Fino a questo di Buccinasco-Corsico, esattamente dalla parte opposta di Milano.

I controlli dell'Ats

A quanto si apprende, i contagi sarebbero concentrati in un’area piuttosto ampia a meridione del Naviglio Grande che attraversa i due comuni della primissima cintura Sud-Ovest della metropoli. Ma l’acqua del Naviglio, indiziata già improbabile perché scorre e perché la sua temperatura non rientra nel range tra i 25 e i 45 gradi che favorisce la riproduzione della legionella pneumophila, è stata scagionata anche dalle indagini che i tecnici dell’Ats Metropolitana stanno conducendo senza sosta dalla fine di aprile per individuare una possibile fonte comune dei contagi. La ricerca è iniziata da quattro fontane pubbliche di Corsico e di Buccinasco che i due Comuni avevano spento per precauzione a inizio maggio, ma i campionamenti hanno dato esito negativo, confermano dall’Ats. Lo stesso è avvenuto nei laghetti che sono stati controllati in quella zona. Anche l’esame delle torri di raffreddamento - grossi impianti di climatizzazione che emettono nuvole di aerosol - non ha trovato un “colpevole”: la legionella sopra soglia è stata individuata solo in due torri, ma in un caso l’impianto non era ancora entrato in funzione, e nell’altro i contagi nella zona sono proseguiti anche dopo che l'impianto era stato bonificato. Dunque i controlli continuano alla ricerca di una «fonte» che rimane sempre difficilissima da individuare: a Bresso, dopo mesi, si raccolsero gravi indizi di colpevolezza contro una fontana pubblica, senza poterla però condannare in via definitiva. All’epoca si sospettò anche della complicità delle piogge violente come veicolo di diffusione – e questa primavera-estate ne sta vedendo in abbondanza –, ad esempio attraverso l’evaporazione dell’acqua stagnante delle pozzanghere che diversi anni fa furono studiate da un gruppo di scienziati giapponesi come possibili «serbatoi» di legionella. Le raccomandazioni per gli abitanti

Nel frattempo, a Buccinasco e Corsico ma anche altrove è saggio adottare le precauzioni domestiche riportate anche sul sito dell'Ats Metropolitana per contrastare la diffusione del batterio nella stagione calda, la sua preferita: usare solo acqua sterile negli apparecchi per aerosol; fare scorrere l’acqua per almeno cinque minuti prima del bagno o della doccia; tenere puliti i soffioni della doccia e i rompigetto dei rubinetti (anche immergendoli nell’aceto per rimuovere le incrostazioni) e mantenere la temperatura della caldaia sopra i 50°C (meglio ancora a 55-60°C).