GIULIA BONEZZI
Cronaca

Legionella a Corsico, quattro morti e 53 casi: si aggrava il focolaio del Sud-Ovest di Milano

Il bilancio dell’Ats al 19 agosto: gran parte dei contagi a giugno e luglio. Le persone decedute erano over 70 provate da malattie croniche. Il batterio trovato in molte case, disinfestata anche la rete idrica

Legionella

La legionella è stata individuata in diverse abitazioni. Scagionate le fontane

Milano – Cinquantatré contagiati e quattro morti: s’è aggravato soprattutto in luglio il bilancio del focolaio di legionella partito a fine aprile tra Corsico e Buccinasco, primissima cintura Sud-Ovest della metropoli. Più a Corsico in realtà: solo sei degli infettati abitano a Buccinasco, gli altri 47 nel comune confinante, in particolare a meridione del Naviglio Grande che l’attraversa. Il quadro aggiornato, che aggiunge altri tre decessi al primo, due mesi fa, di una 71 enne di Corsico già provata da una grave malattia, è in una nota pubblicata sul portale dell’Ats Metropolitana di Milano: a lunedì 19 agosto dodici dei contagiati erano ancora ricoverati in ospedale e 37 erano stati dimessi; i quattro morti erano tutti over 70 affetti da altre patologie.

Ma sono o erano soggetti “a rischio” per età o patologie croniche ben 48 dei 53 corsichesi e buccinaschesi, età media 72 anni, che in tre mesi e mezzo hanno contratto la polmonite provocata dal batterio della legionella pneumophila, diffusissimo negli ambienti acquatici naturali e artificiali, che attacca tramite inalazione di vapore acqueo contaminato soprattutto gli organismi più fragili. I primi dieci contagiati erano finiti in ospedale tra il 25 Aprile e il Primo Maggio, ma per la maggior parte “l’esordio dei sintomi si è verificato tra il 10 giugno e il 9 agosto”, quando s’è sentito male l’ultimo individuato. “Col caldo il batterio si moltiplica più facilmente”, sottolinea Marino Faccini, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Ats. E conferma che questo cluster è il primo registrato nelle province di Milano e Lodi dopo il secondo e più grave focolaio di Bresso nell’estate 2018, del quale ha raggiunto ormai le dimensioni (sei anni fa il paese dell’hinterland Nord contò 52 malati e cinque morti).

Con una differenza a infittire il giallo: a Bresso almeno un’origine comune della contaminazione era stata individuata nella fontana del Mappamondo, mentre nel Sud-Ovest milanese mesi d’indagini epidemiologiche, microbiologiche e ambientali (sono stati campionati più di ottanta siti) hanno scagionato fonti, laghetti, torri di raffreddamento di grandi impianti di climatizzazione. E trovato invece, diversamente da quanto avvenne a Bresso, concentrazioni di legionella superiori alla soglia in diverse abitazioni private e condomini.

L’Ats ha fatto tipizzare i ceppi del batterio isolati e disposto interventi come la disinfestazione della rete idica avviata a metà luglio e la clorazione dell’acquedotto che proseguirà fino a data da destinarsi. L’8 agosto il sindaco Stefano Ventura ha firmato un’ordinanza perché amministratori di condominio e gestori di strutture sanitarie, di ricovero, ricettive, industriali procedessero in maniera “tempestiva” alle manutenzioni ordinarie e straordinarie per prevenire la proliferazione della legionella nei punti di accumulo (come serbatoi e autoclavi), e i corsichesi sono stati sensibilizzati sugli interventi per proteggersi a domicilio (tenere puliti o sostituire soffioni delle docce e rompigetto dei rubinetti, e la temperatura della caldaia sopra i 50°C).

Il focolaio di Corsico ha “gonfiato” il bilancio dei contagi da legionella nell’Ats Metropolitana – 181 nel primo semestre 2024 ma ben 257 includendo il mese di luglio -, altrimenti allineato ai 402 casi “sporadici” dell’intero 2023; un trend comunque in aumento negli ultimi undici anni, “in linea con quanto osservato a livello nazionale ed europeo”.