REDAZIONE MILANO

L’ennesima caduta. Le vite delle imbonitrici tra miseria e imbrogli

Wanna, madre di Stefania, sapeva tutto delle nuove imprese della figlia. Se ne lamentava ma poi era contenta per i guadagni derivati dalle attività illecite. Il demone della cocaina rosa che attanagliava l’ex genero Lacerenza.

Wanna Marchi, 82 anni, in una recente apparizione televisiva

Wanna Marchi, 82 anni, in una recente apparizione televisiva

Ancora insieme, Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile.

L’infanzia povera, il marito e padre violento, la fame, il successo in tv, la galera e di nuovo qui, sulla cresta dell’onda, inossidabili a fiutare il modo migliore per fare soldi.

"Io li creo i locali, io sono nata per fare soldi", diceva la Nobile intercettata. Fino alla ennesima, rovinosa caduta.

Dalle televendite in tv, quando negli anni ’80 c’era l’ossessione per il corpo perfetto e la magrezza, loro cavalcarono l’onda vendendo le alghe snellenti a colpi di urla, e insulti volgari: "Siete brutte e siete grasse, i vostri mariti si faranno l’amante giovane se non dimagrite, perché ve lo meritate", per poi essere truffate a loro volta, in una sorta di pena del contrappasso, dal fantomatico mago Do Nascimento che vendendo amuleti porta fortuna le aveva sedotte e abbandonate.

Loro in cella, lui sparito ed eterno latitante.

Nobile era tornata in libertà ormai dodici anni fa, dopo aver scontato 4 anni per associazione a delinquere e truffa, di cui la maggior parte, però, trascorsi ai domiciliari per la grave malattia invalidante di cui soffre, l’artrite reumatoide.

Proprio la patologia, quando era in carcere, le permise di uscire molte volte per periodi di ricovero.

Le due imbonitrici furono inseprabili anche in carcere, hanno condiviso la cella in cui la madre scontò nove anni. Poi entrambe, tornate libere, si sono gettate nella ristorazione.

Wanna Marchi con un ruolo molto secondario, fu lei (non indagata) a cucinare le 8mila polpette da offrire i clienti in occasione dell’apertura della Gintoneria di via Napo Torriani.

Proprio in un locale, all’epoca sempre gestito da Davide Lacerenza, il bar-ristorante La Malmaison a Milano, diventato il privé per consumare i rapporti con le escort, Wanna Marchi era andata a lavorare nel 2011, da semi libera. Per la gip De Fazio anche lei sapeva di quel che accadeva nella Gintoneria dell’ex compagno della figlia. Attività da cui la indiscussa regina delle televendite, da un lato prendeva le distanze e dall’altro però mostrava compiacenza, parlando al telefono con il figlio Maurizio, per gli incassi dovuti ad alcolici e champagne pregiati serviti ai tavoli assieme a piatti gourmet e alle escort. Nelle intercettazioni Wanna Marchi, definiva un cliente che aveva speso oltre 641 mila euro in tre anni "un panzone maledetto schifoso" per il suo comportamento, l’abuso di coca e di escort, salvo poi mostrrsi felice per le ingenti entrate che le avevano consentito di poter viaggiare in prima classe in Albania, negli Stati Uniti e in Turchia e poi a bordo di una Lamborghini Urus nuova fiammante, acquistata dalla figlia, stando alle accuse, con i proventi illeciti del locale.

E ancora, parlando al telefono con il figlio Maurizio, la nota imbonitrice ora in pensione, criticava lo stile di vita dell’ex genero Lacerenza, che trascorreva il tempo tra prostitute ed escort che poi offriva con spregiudicatezza ai clienti.

I rapporti all’interno della Gintoneria sono chiari ed emergono dalle intercettazioni contenute nelle carte che dispongono i domiciliari per la figlia, l’ex genero e per il socio factotum Ariganello.

"Qua è tutto mio – dice Lacerenza a un amico – logico che a Stefania e a Wanna (Lacerenza si interrompe per fare una tirata di coca) delego molte cose... cioè la vita bella la faccio io qua dentro, non è che poi sto a passare da avvocati e commercialisti.. Wanna non sa un c... ma Stefania è una belva lascio a lei tutte le rotture di c.. di commecialisti e banche, perché lei ci sta anche due o tre ore e poi fornitori, e assegni tutta roba sua". Lacerenza, invece, era il braccio operativo delle società messe in piedi con l’ex compagna. È lui a gestire serate, a chiamare i clienti e a contattare i fornitori per avere i prodotti migliori di alcol e di cocaina.

La cocaina però, diventata il suo demone. A 15 anni lascia gli studi e va a lavorare con i genitori al banchetto di frutta e verdura che hanno all’ortomercato Punta in alto però Lacerenza, la vita da operaio lo disgusta e tenta la carriera da modello, ma finisce a lavorare negli strip club. Sono sempre stati i soldi la sua grande ossessione. E con loro la cocaina rosa. "Ma ti rendi conto – si sfoga in lacrime Stefania Nobile parlando con Ariganello – che lui pippa 10 grammi di cocaina rosa al giorno?".

È preoccupata perché l’ex compagno addirittura pubblicizza sui social le attività illecite. Teme che finiranno in carcere: "Ma possiamo continuare così Davide? Tanto da un momento all’altro arrivano, io me lo aspetto, cioè io non dormo, dormo mezz’ora mi sveglio, perché arrivano lo so, ma anche Jack (sembrerebbe un poliziotto non identificato, ndr) me l’ha fatto capire. Voi postate storie su Instagram in cui si vede cosa fate, la droga, le escort, ma si può continuare così?".

Anna Giorgi