Indimenticato cronista di hockey su ghiaccio, "cantore" delle geste dell’Hockey Club Milano. Non solo. Leo Siegel (nella foto) ha avuto altre due grandi passione nella vita, la politica a destra, prima nel Msi, poi nella Lega Nord, e il calcio come allenatore nelle serie minori.
Ottantacinque anni vissuti intensamente, fino a domenica, quando il giornalista, politico e sportivo si è spento. Era un milanese di adozione, nato al Sud, ma si trasferì nel capoluogo lombardo da bambino. Studi all’istituto Gonzaga e, successivamente, al liceo classico Carducci. Ha vissuto da vicino la tragica morte di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù assassinato nel 1975 a colpi di chiave inglese da un commando di Autonomia operaia. Dopo la militanza nelle organizzazioni giovanili del Msi e l’elezione in Consiglio comunale nel partito allora guidato da Giorgio Almirante, in seguito Siegel aderì alla Lega Nord, anche come giornalista militante: negli anni ‘90 e 2000 è stato la voce di Radio Padania Libera e il volto di Tele Padania.
Hockey, politica ma anche calcio, seppur nelle serie minori, come dicevamo all’inizio. Negli anni Ottanta, dopo aver conquistato il patentino a Coverciano (migliore allievo dell’annata ‘80), Siegel si è seduto sulle panchine di una serie di club calcistici lombardi impegnati nelle serie minori. La sua impresa da mister risale al 1981-82, quando portò la Pro Patria in serie C1, chiudendo il campionato senza sconfitte casalinghe.
Il funerale del giornalista, politico e sportivo si terrà domani nella chiesa di San Luca, in via Ampere 75.