
"Leo vive in tutti noi" Tornei e raduni sportivi dedicati al 16enne ucciso
di Monica Autunno
Un quadrangolare di basket il 13 maggio, in collaborazione con il Rosa Basket, e il 2 luglio, in prossimità dell’anniversario della tragedia, un raduno di skaters, organizzato con Comune e Pro Loco. Tutto per Leonardo, “Leo“, Caielli, il sedicenne di Trezzano Rosa investito e ucciso da un’auto la notte fra il 15 e il 16 luglio scorsi, sulla Padana Superiore, a Fara Gera d’Adda. L’instancabile mente e organizzatrice degli eventi è Alessandra Brambilla, la madre. Dal giorno della scomparsa del figlio non ha smesso neanche un giorno di parlare e scrivere di lui, e di promuoverne il ricordo: "Glielo promisi quella notte, mentre se ne andava. Ed è una promessa che manterrò. La memoria di mio figlio resterà viva: così come lui è vivo, ogni giorno, in tutti noi". Un altro progetto è vicino al decollo: l’istituzione di un’associazione dedicata al giovane, si chiamerà “Vola in alto Leo”, "le stesse parole che porto tatuate qui, sul braccio". Organizzerà momenti di sensibilizzazione, promuoverà incontri e iniziative, e raccoglierà fondi "che intendo devolvere alla realizzazione di un centro giovani a Trezzano. Il paese di Leo, dove vivono tanti suoi coetanei e amici". Vive più che mai il ricordo di Leonardo, sguardo adulto e riccioli ribelli, studente del liceo Giordano Bruno di Melzo innamorato dello skate, ragazzo curioso, ironico e maturo, "un figlio, un fratello, un nipote, un amico". Quella tragica sera aveva lasciato da poco, in compagnia di tre coetanei, un locale pericolosamente affacciato sulla Padana superiore fra Fara e Cassano d’Adda e si era incamminato con loro verso il centro cassanese. Sul gruppetto piombò un’auto. Leonardo fu falciato e sbalzato in aria, urtò un albero, rimase a terra. Per lui non vi fu nulla da fare nonostante i disperati tentativi di rianimazione. Il processo per omicidio stradale colposo a carico del conducente dell’auto è previsto per i primi di maggio, "abbiamo già una data ipotetica, quella del 3 – spiega Alessandra –. Arrivo a questo appuntamento già con un grande carico. Ho voluto sapere, vedere i filmati. È stato straziante. Ma avevo bisogno di sapere tutto, capire".
Non ci sono rabbia nè odio nella voce della madre del ragazzo. "Certo, qualsiasi genitore abbia perduto il proprio figlio come l’ho perduto io desidera giustizia. Non so quanta riusciremo ad averne". In questo anno mai un contatto con l’investitore. Alessandra Brambilla non si stanca di lanciare appelli per "la prudenza alla guida. Un’auto in movimento è un’arma. Non ci si pensa mai".