Milano, 22 maggio 2016 - "Era un ragazzo che si distraeva facilmente e, mentre i professori facevano lezioni, riempiva pagine intere di disegni". Il ricordo di un compagno di classe si trova nella biografia di Renata Molho, "Essere Armani". Ma che Re Giorgio fosse un "leonardiano" in via Respighi non se lo ricordavano più. Tanto che tra le ricerche promosse per festeggiare i primi 70 anni di vita del liceo scientifico, la scoperta della sua scheda curricolare, con i dati anagrafici, i nomi dei genitori, la residenza in zona Argonne e l’iscrizione in seconda A nel 1949, dopo un anno nel liceo Respighi nella città natia, Piacenza, ha sorpreso archivisti e la dirigente, Luisa Amantia.
Ma i vip in fieri non sono mai mancati al liceo scientifico Da Vinci. Come il regista Maurizio Nichetti o lo scrittore Andrea Kerbaker, intervenuto ieri alla festa. Una scuola della Milano bene, se "a inizio anni ’60 venne in visita Nikita Kruscev – raccontano Kerbaker e l’ex preside Maria Teresa Risi – il leader sovietico. Colpito non dai laboratori scientifici, ma da quelli linguistici. Prima scuola italiana a dotarsene". In bacheca gli scatti che immortalarono la visita dell’arcivescovo Montini o le tante prestazioni sportive. "Avevamo una squadra in serie C di volley. Oggi, per i costi, sarebbe impossibile", ricorda Giuliano Sacchi, diploma ’70. Che non ha dimenticato "il sacerdote che scioperò con noi nel ’69 contro l’obbligatorietà delle lezioni di religione". Ad aprire la festa del 70esimo anniversario è Luisa Amantia, seguita da Monsignor Pierantonio Tremolada, vicario della Diocesi. Il Leonardo, che nel 1946 era in via Lulli, sezione scientifica del classico Carducci, poi in via Settala e dal ’56 in via Respighi, inglobò il chiostro della chiesa di San Pietro in Gessate.
Si premiano le foto di un tempo e i lavori artistici dei ragazzi di oggi. L’associazione Leonardiani di cui è presidente un’ex alunna, docente e mamma, Grazia Riganti, grazie all'impegno di un altro ex studente e genitore, Luca Mensini, ha realizzato un calendario con foto di classi nel tempo. I ragazzi vendono le felpe che hanno disegnato. I proventi per la scuola. C’è la quinta C (1979-1984) al gran completo, media alta alla maturità e un campione degli scacchi come Ennio Arlandi. Si ricordano "Pipino il Breve", Emilio Arlandi (padre di Ennio), preside per 20 anni, di non alta statura, che ai prof che si lamentavano per i ragazzi sempre in strada disse che "imparano di più quando vedono la città reagire davanti a un giudice ammazzato che sui libri di matematica". Un ricordo va all’ex alunno Lorenzo Claris Appiani, l’avvocato vittima della strage un anno fa al Tribunale. Se i ragazzi di ieri giurano di essere stati "più vivaci. Occupavamo per un mese", gli studenti 2.0 fanno sport e teatro, suonano per la festa e curano il Tg Leo e il giornalino La Bohéme che ha appena chiuso un’inchiesta su temi come sesso e droga tra i giovani. E in tarda serata sfoderano un concerto di band.