
L’inventrice di AfroRicci racconta il suo percorso, oltre paure e pregiudizi "Dicevano che la mia era un’idea da ragazzina, ora fatturo mezzo milione".
Trasformare un’insicurezza giovanile in una certezza lavorativa, grazie alla ricerca di soluzioni per quel capello riccio che le ha consentito di realizzarsi come madre e donna. Nata in Russia, vissuta tra la Nigeria e l’Italia, Alice Edun è un’imprenditrice che ha trovato la sue radici a Milano e un lavoro che le ha consentito di aiutare se stessa e gli altri. E come molte donne oggi davanti bivio famiglia o carriera non ha avuto dubbi, ha scelto di fare la mamma imprenditrice e di creare AfroRicci, uno dei primi brand Made in Italy dedicati alla cura dei capelli afro, e di essere “padrona“ del suo tempo.
La sua storia non nasce nel mondo dell’imprenditoria. "Da adolescente - racconta Edun - sono arrivata a Milano che è poi diventata la mia casa, dove sono diventata una cantante professionista ma viaggiavo molto, troppo. Dodici anni fa, dopo il mio primo figlio, ho deciso di abbandonare il mondo della musica per la mia famiglia".
Da qui ha creato una propria azienda dedicata alla cura dei capelli ricci, come nasce l’idea? "Nasce dall’esigenza di prendermi cura dei miei capelli e di crescere i miei figli. Non sapevo gestire i miei capelli, ereditati da mio padre nigeriano, mia madre invece di origine russa non sapeva come aiutarmi e quindi sono cresciuta con questo disagio e ho cominciato a lisciarli con prodotti chimici. Crescendo ho capito che i ricci potevano essere un mio punto forte. Ho pensato quindi dieci anni fa di creare AfroRicci, una linea per capelli per tutti i tipi di ricci sia afro che europei e una linea per bambini, cose che mancavano in Italia".
Come ha sviluppato questi prodotti e in cosa sono diversi da altri? "Dopo un anno di ricerca e sviluppo un laboratorio certificato poi mi ha aiutato a sviluppare le formule per i prodotti. Sono prodotti naturali non chimici, con una percentuale più alta di materie prime, come burro di karité, olio di cocco, olio di jojoba, olio di mango e di cacao, necessari per domare i ricci".
C’è solo vendita online, è un scelta precisa? "Sì, proprio per avere totale libertà per il mio tempo, l’e-commerce puoi gestirla ovunque. L’azienda fattura dai 450mila ai 500mila euro all’anno e per il mercato B2C spediamo 350-400 pacchi. Per il B2B abbiamo molti rivenditori in tutta Italia tra profumerie, parafarmacie e farmacie".
Diventare imprenditrice qui è stato difficile? "Mi ha consentito di avere il controllo sulla mia vita di mamma, ero imprenditrice di me stessa. Ci sono state molte difficoltà, entravo in un mercato sconosciuto in Italia, i laboratori mi dicevano che non c’era domanda. Il fatto di essere una donna poi ha complicato la cosa, pensavano che fosse un’idea non concreta di una ragazzina. Io invece ci ho creduto, mi basavo su esempi che venivano dagli Stati Uniti, era un business da portare anche qui".
C’è spazio per le giovani donne nell’imprenditoria? "In Italia credo che la donna imprenditrice non abbia ancora il dovuto spazio, agevolazioni e aiuti concreti non ci sono e questo scoraggia. Si crede ancora che la gestione intera della famiglia appartenga solo alla donna, è un problema culturale. Per le neo mamme in particolare riuscire a diventare imprenditrici è un aiuto per accudire i bambini nei primi anni".
Cosa consiglia alle donne che vogliono realizzarsi? "La paura di non farcela e di mondi visti come maschili gioca un ruolo fondamentale. Non bisogna bloccarsi ai primi problemi ma andare avanti facendosi aiutare. Non è vero che gli imprenditori non hanno mai tempo, questo è quello che vogliono far credere. La vita di un vero imprenditore è fatta di molto lavoro, ma anche tanto controllo, decidi tu quando, quanto e dove lavorare, non bisogna scoraggiarsi".