
L’esperimento con 84 bimbi "Non puoi giocare con noi" Anche a 13 mesi ci si sente esclusi
di Simona Ballatore
"Non puoi giocare con noi". Nel titolo della ricerca - in inglese - si leggono già gli effetti dell’esclusione sociale sui bambini. I ricercatori dell’università di Miano-Bicocca hanno voluto indagare cosa succede ai più piccolini con un esperimento che si è svolto nel Bicocca Child&Baby Lab e che ha coinvolto 84 bimbi di 13-14 mesi. Risultato: anche loro possono sperimentare l’ostracismo e, quando accade, ci possono essere ripercussioni su bisogni e comportamenti. Che alla lunga possono compromettere anche autostima e rendimento scolastico. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Child Development“. "L’esperienza di essere ignorati in presenza degli altri, nota con il nome di ostracismo, è un fenomeno che si verifica comunemente nell’arco della nostra vita in diversi contesti e a diverse età - spiegano dall’ateneo -. Esso influisce negativamente sui bisogni psicologici fondamentali e induce cambiamenti fisiologici e comportamentali negli adulti". Alla base gli studi degli ultimi vent’anni, che hanno dimostrato come a partire dall’età scolare, l’essere esclusi da situazioni sociali possa influenzare i bisogni psicologici di base, come il bisogno di appartenenza e l’autostima, causando cambiamenti fisiologici come l’accelerazione del battito cardiaco. "L’ostracismo può anche modificare i nostri comportamenti", ricordano i ricercatori, coordinati da Ermanno Quadrelli, docente di Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione, che hanno voluto ora indagare quando emerge la sensibilità all’esclusione sociale. Il progetto di ricerca è stato finanziato dalla Commissione Europea tramite un bando Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Network (Progetto Motion). Ottantaquattro bambini sono stati coinvolti in un gioco con una palla insieme a due sperimentatori. Venivano inclusi, ricevendo e passando la palla, o ignorati dopo i primi due passaggi. Il comportamento dei bambini è stato registrato per consentire di valutare nei dettagli espressioni facciali, vocali e posturali durante le diverse fasi dell’esperimento.
"I risultati ottenuti hanno dimostrato che i bambini ostracizzati mostravano una minor quantità di comportamenti a valenza positiva, quali sorrisi e risate, mostrando invece in misura maggiore espressioni emotive negative, quali pianto ed espressioni di rabbia, rispetto a quelli inclusi - sottolineano i ricercatori -. I bambini esclusi, inoltre, si mostravano molto più attenti al gioco, osservando più a lungo la palla o i giocatori, e ricercavano l’attenzione degli altri giocatori, verosimilmente in un tentativo di essere re-inclusi nell’interazione sociale". Come succede nei più grandicelli. "I dati di ricerca ad oggi disponibili indicano come essere persistentemente ignorati dai coetanei a partire dalla scuola materna può comportare reazioni di insoddisfazione in classe fino a compromettere le prestazioni scolastiche".