BARBARA CALDEROLA
Cronaca

L’ex Filanda attende il rilancio: "Fallimento su tutta la linea"

“Vivere Cernusco“ e Forza Italia attaccano: edificio sprecato e parco ormai in balìa dei vandali

L’ex opificio Filanda aspetta ancora di conoscere il suo destino nell’ambito del sociale

L’ex opificio Filanda aspetta ancora di conoscere il suo destino nell’ambito del sociale

Flop dell’ex Filanda. E il parco Trabattoni che la cinge è in mano ai vandali. Nessuno sconto in aula dall’opposizione a Cernusco sul futuro del vecchio opificio, attacco di Vivere sul destino del polo sociale, ricreativo culturale che "non è più vissuto, come il parco dove imperversano bande di ragazzini". La critica è arrivata durante il dibattito di fine anno sulla nota di aggiornamento al Dup, il Documento unico di programmazione del Comune. All’amministrazione il capogruppo Giordano Marchetti chiede di riconoscere il fallimento: "Il mandato si chiude senza un progetto di rilancio che la città attende da anni. Dopo il Covid e le vaccinazioni, eccezion fatta per la porzione affidata agli Amici del Tempo libero, non si è stati in grado di elaborare uno studio degno di nota".

La struttura "dopo tutto questo tempo è ancora alla ricerca di un futuro", aggiunge il consigliere. "Si discute di cosa farne da prima della pandemia, ma sul polo in pieno centro non c’è niente di concreto". Stessa lunghezza d’onda per gli azzurri: "Sarebbe il caso di lasciar lavorare un imprenditore – dice Daniele Cassamagnaghi, capogruppo di Forza Italia – come succede già al bar della biblioteca o al chiringuito del parco, e di affiancare una serie di servizi". La fabbrica è stata un punto di riferimento anche sociale "e una parte nel 2022 è stata affidata all’associazione che di fatto ha riaperto lì il centro anziani, ma manca un progetto complessivo". Un anno e mezzo fa era arrivata una proposta, "ma l’amministrazione di centrosinistra non ha risposto a quel project-financing, il privato aveva chiesto di gestire bar, ristorante, parco, e un pezzo degli spazi oggi usati dagli ‘over’ – ricorda Marchetti – è rimasto tutto sulla carta. Non dimentichiamoci che in passato ci sono stati due fallimenti, chi investe ha bisogno che l’operazione si regga dal punto di vista economico. Nessuno si impegnerebbe su un progetto che non sta in piedi".

Per la minoranza le opzioni in campo sono due: "O il Comune se ne fa carico direttamente sapendo che solo per utenze e spese base dovrà metterci 100mila euro l’anno, e magari affitta la parte commerciale per coprire parzialmente i costi, o stringe un patto con un gestore. Una cosa, però, è certa: bisogna intervenire. La vecchia fabbrica ha bisogno urgente di essere sistemata".