Francesco Felice
Buonfantino*
Nel quartiere Bicocca, a Milano, sorge l’Hangar della Fondazione Pirelli; è solo uno degli spazi che compongono il grande campus, ma anche uno dei più significativi dopo la sede centrale progettata dall’architetto Vittorio Gregotti. La vecchia industria, ideata per accogliere le macchine Alfa Romeo di Arese, è stata riattata per promuovere l’arte contemporanea. Scopo – no profit – della Fondazione è di affermarsi come punto di riferimento culturale italiano ed estero. Il progetto di rigenerazione è di Onestudio, lo spazio è diviso su tre livelli. L’ingresso principale è posto al primo piano, perché dà sull’ampio giardino verde con una grande terrazza a fare da accoglienza. In linea di massima, l’edificio non ha perso la sua natura industriale: i pavimenti originali in cemento grezzo sono stati conservati e i soffitti sono rimasti alti, tipici di ogni fabbrica. In un’area della struttura, quella che ospita l’installazione permanente di Kiefer, si possono ancora osservare le rotaie che venivano utilizzate per spostare i mezzi da una sala all’altra. I mattoni sono a vista, i lucernai sono ampi, i tetti a doppio spiovente. Procedendo all’interno dell’industria si accede a un altro spazio suddiviso in tre navate. L’ultima area è “il Cubo”. Qui la scenografia cambia, il soffitto è a botte e l’illuminazione, a differenza delle altre sale, è naturale. Durante gli anni in cui l’attuale Fondazione Pirelli era la sede dell’Alfa Romeo quest’area era utilizzata per testare le turbine elettriche, per questo è molto diversa dalla restante fabbrica. La struttura, posta in una delle aree industriali del Novecento più importante d’Italia e fortemente voluta da Ernesto Breda illustre imprenditore del settore metalmeccanico lombardo, ospita oggi mostre, centro congressi, workshop, rassegne, concerti, performance visive, biblioteca: uno spazio polifunzionale di alto livello. Tutto può essere rigenerato, riattato, reinventato...
*Gnosis Progetti