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L’hinterland si svuota. La scelta di Roberto: "Arrendersi fu un peso ma oggi sono felice"

A Sesto San Giovanni gestiva la boutique di famiglia. Poi Tentori ha cambiato vita: "Il mondo è diverso" .

SESTO SAN GIOVANNI (Milano)

Roberto Tentori non era nato commerciante. Si era diplomato ai Salesiani e, per 7 anni, aveva lavorato in una ditta di elettronica. "Mi piaceva tantissimo. Ma i figli del titolare sarebbero entrati in azienda e per me ci sarebbe stato meno spazio di crescita. Mio padre, intanto, era in attesa di trapianto e mia mamma aveva bisogno di aiuto in negozio". Così, Tentori diventa la terza generazione di quella che, a Sesto San Giovanni, è stata un’istituzione. "Gina Boutique è nata nel 1968, ma nonna aveva aperto la merceria già trent’anni prima. Un’attività storica, di famiglia". Oggi Gina Boutique non esiste più: al suo posto c’è Tecnocasa. E anche Roberto non sta più dietro al bancone. Nel 2018 ha chiuso, si è rimesso a studiare con tanto di esame e ha cambiato vita. Ora fa il mediatore immobiliare, ha un ufficio a Bresso e gira in tutta la provincia.

"L’avessi fatto prima - sospira -. Sono felice, è un lavoro che mi soddisfa: sono sempre in movimento, gestisco il mio tempo, incontro tantissime persone, ho avuto la fortuna di partire da una ricca base di relazioni, costruite grazie alla precedente esperienza. Chiudere l’attività di famiglia è stato un peso, certo. Non una scelta a cuor leggero. Potresti vederlo come un fallimento, ma alla fine non lo è. Soprattutto perché poi è andata bene".

Nel 2018 Tentori aveva 46 anni: sul retro di “Gina”, Garelli e bici da sistemare, con l’associazione Officine Meccaniche Sestesi nata dalla sua grande passione, dentro e fuori la boutique il punto di ritrovo per altri commercianti, consiglieri comunali, sodalizi. "Non sarei arrivato alla pensione col negozio e non potevo aspettare altro tempo per fare un salto. Il rischio, poi, era comunque di chiudere. Magari non nell’immediato, ma quello che abbiamo fatto noi, negli anni Novanta e Duemila, non è più possibile. Fare il commerciante era bello, sono stati decenni entusiasmanti, irripetibili. Oggi devi rincorrere i prodotti, inseguire le aziende, lavorare con pochissimo magazzino, rivoluzionare il metodo di acquisto, essere camaleontico e ricettivo a ogni trend. Un altro mondo".

Anche lui, quando da ragazzo aveva varcato l’ingresso di “Gina”, aveva pensato che sarebbe stato per sempre. "Vedo tanti colleghi incaponirsi perché un’attività è come la tua creatura: ma l’incaponimento porta a risultati pessimi. Io ho chiuso bene, senza debiti, con la tranquillità per rimettermi in gioco e sviluppare nuove abilità. E il cambiamento è sempre positivo".

Laura Lana