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Il taglio del nastro della struttura riqualificata grazie a Fondazione Rava e Chiomenti (Foto SimoneBergamaschi)
Una biblioteca, una piccola palestra, un laboratorio d’arteterapia, la sala colloqui. Tra le mura del Beccaria inaugura uno spazio rassicurante, fatto di colori tenui e attività creative. È l’ex palazzina femminile, riqualificata da Fondazione Francesca Rava grazie al supporto di Chiomenti. "Abbiamo ristrutturato questa palazzina anche con l’aiuto dei giovani detenuti, che ora qui potranno svolgere tante attività per riempire in modo costruttivo le loro giornate in un momento di sospensione della loro vita, già abbastanza doloroso", spiega la presidente della Fondazione, Mariavittoria Rava, che conosce bene l’Istituto, dove è presente con i suoi volontari e il progetto Palla al centro.
"È un incubatore di tutti i problemi che riguardano le nuove generazioni: la violenza, l’abbassamento di valori, il vuoto del senso della vita. Bisogna essere tenaci e stare vicino ai ragazzi", conclude. Gregorio Consoli, managing partner di Chiomenti, aggiunge: "Collaborare a quest’iniziativa è stata una scelta semplice, poiché ci ha permesso di confermare il nostro impegno a livello locale, generando un impatto sociale positivo. La funzione rieducativa della pena è uno dei cardini del sistema giuridico e questo progetto rappresenta per noi l’opportunità di contribuire in modo concreto".
Intanto la direttrice dell’Ipm, Raffaella Messina, non nasconde le difficoltà: "La Lombardia registra in Italia il numero più alto di ingressi negli istituti minorili, ci troviamo sempre a combattere con il sovraffollamento e i ragazzi che arrivano rispecchiano le crepe della società: un’altissima presenza di minori stranieri non accompagnati, con problematiche legate all’abuso di sostanze e con uno stile di vita legato alla sopravvivenza".
Reati di tipo predatorio, ma anche l’aumento della violenza: "Le misure cautelari dell’ultimo anno giudiziario a Milano sono state più del doppio rispetto all’anno precedente. Parliamo di 427 a fronte di 225. Questo rispecchia l’incremento della violenza, che si esprime con modalità brutali e spesso gratuita, agita in branco e accompagnata da armi da taglio. Una violenza spesso aggravata dall’utilizzo di sostanze stupefacenti, con l’abbassamento dell’età di chi commette reato. La collaborazione con la società civile, attraverso il progetto Palla al Centro condiviso dal Tribunale per i minorenni di Milano con la Fondazione, consente di aprire a questi ragazzi opportunità di inserimento sociale e spiragli culturali", dice Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano.
Ragazzi che spesso non hanno una rete familiare, non riescono ad integrarsi, crescono soli, con alle spalle viaggi migratori e traumi: "Parliamo di esperienze di vita davvero difficili da comprendere, anche per noi adulti. Spesso non hanno fiducia in noi", conclude la direttrice Messina.