
Gli studenti
Milano, 13 ottobre 2017 - Non ci sono iscritti a sufficienza per formare una classe: il Classico dell’Allende non riparte dalla prima. L’indirizzo era stato aperto nel 2003 in via Ulisse Dini e, in passato, era arrivato a contare anche tre sezioni. Delusi studenti, insegnanti e genitori, che non alzano però bandiera bianca: «Il nostro piccolo grande Classico è un’eccellenza e va salvato». Così hanno dato inizio a una vera e propria mobilitazione. Organizzano Open Day, raccontano il loro liceo ai ragazzi delle medie e hanno in cantiere iniziative culturali. In campo anche gli ex alunni: fra loro c’è Roberto Viganò, che ha vinto nel mese di aprile il Certamen Nazionale di greco “Agon Politikos” promosso dal ministero dell’Istruzione, traducendo e commentando Platone e classificandosi primo su 103 studenti provenienti da tutti i licei classici italiani.
C’è Giovanni, che insieme ad altri tre compagni ha conquistato il 100 alla maturità: il poker in una classe sola. C’è Giulia che oggi è fra i 23 universitari che sono riusciti a entrare a «Professioni Sanitarie», spiccando fra migliaia di candidati al test nazionale. «Finito il corso di studi avremmo potuto far finta di nulla, il problema non ci riguarda più. E invece siamo qui per difendere il nostro liceo perché ha potenzialità molto grandi», sottolineano anche Chiara, Giulia e Bendetta, di quarta H. Al Classico di via Ulisse Dini sono una settantina oggi gli studenti, per iscriversi al primo anno hanno bussato solo in dieci: non c’erano i numeri per aprire la quarta ginnasio. «Io credo molto in questo liceo di periferia – sottolinea la professoressa di Greco e Latino, Silvia Mollo, all’Allende dal 2007 –. L’ho scelto e ho deciso di restarci. Vengo dal Berchet, ho insegnato in università, è stata una sfida: sono convinta del buon lavoro che si fa qui, con gli studenti e tra i docenti. La qualità è davvero alta e lo dimostrano i risultati, abbiamo avuto anche un Premio Campiello, studenti che continuano a pubblicare libri. È un peccato veramente perdere risorse e progetti».
E un faro sul quartiere Stadera. «Ho scelto il nostro liceo di periferia – ricorda Margherita – anche per restare nell’ambiente dove sono cresciuta. Quando abbiamo saputo che non sarebbe stata aperta la prima siamo rimasti molto amareggiati, ci stiamo dando da fare ancora di più per farlo conoscere». Sfatando anche i tabù sul quartiere difficile. «Mai avuto problemi», ribadiscono alunni e insegnanti, che non si danno pace per la perdita proprio nell’anno del boom dei classici. La competizione a Milano è alta, i nomi del centro attirano. Benedetta è arrivata dalla Svizzera a metà della terza media, potendo scegliere ha però puntato sull’Allende. «Mi sono diplomato a luglio – ricorda Giovanni – penso che questi cinque anni mi abbiano formato dal punto di vista scolastico ma anche umano e relazionale. Quando ho scelto l’università ero indeciso fra Giurisprudenza e Fisica perché abbiamo avuto l’occasione di studiare in modo approfondito anche le materie scientifiche». Il classico condivide i laboratori con lo Scientifico e c’è un confronto diretto con i «colleghi» del Varalli e del Torricelli. «Non abbiamo nulla da invidiare agli altri licei», sottolinea compatta la quarta H: teatro, orchestra, tecnologia, certificazioni linguistiche, sport gratuiti. «Purtroppo siamo poco conosciuti e ovviamente dobbiamo competere con i classici “paludati” – ricorda la prof –. Io però non mi arrendo e neanche i nostri alunni».