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Liliana Agnani uccisa e sepolta nel bosco: il figlio Stefano Garini rinviato a giudizio. L’incredibile caso iniziato dalle ossa trovate nel Parco del Ticino

Tutto è cominciato nel 2022, quando gli esperti della Statale di Milano riuscirono a risalire all’identità della donna grazie a a una protesi perfettamente conservate tra le vertebre. Poi il contatto con il parente della donna e sua sorprendente reazione

Liliana Agnani, 90 anni, residente alla Barona, con il figlio Stefano Garini, 62

Liliana Agnani, 90 anni, residente alla Barona, con il figlio Stefano Garini, 62

Novara – Il gup del Tribunale di Novara Maria Amoruso ha deciso il rinvio a giudizio per omicidio aggravato e premeditato, distruzione di cadavere, e truffa ai danni dello Stato di Stefano Emilio Garini, l'uomo di 61 anni accusato di aver ucciso la madre Liliana Agnani e di averne abbandonato il corpo in un bosco sulle rive del Ticino a Trecate, in Provincia di Novara. Garini, agente immobiliare residente a Milano, in zona Barona, si trova attualmente in carcere.

Si tratta del punto di arrivo di una vicenda intricata cominciata nell'ottobre del 2022 quando nella frazione di San Martino di Trecate, nel novarese, nell'area del Parco del Ticino, erano state rinvenute alcune ossa umane. I tecnici del Laboratorio di Antropologia Forense dell’università di Milano, analizzando i reperti, erano riusciti a risalire all’identità attraverso una protesi perfettamente conservata tra le vertebre L3 e L4 della colonna vertebrale. Da marchio di fabbrica e numero di matricola, gli investigatori dell’Arma, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Ferrando e dal pm Paolo Verri, risalgono prima alla ditta produttrice e poi all’ospedale a cui il dispositivo medico è stato venduto. Gli archivi rimandano i nomi di sette pazienti: sei vengono facilmente rintracciati, la settima è la signora Liliana Agnani, 90 anni, residente alla Barona.

Grazie alla collaborazione del medico curante della donna, è stato contattato il figlio, appunto, Emilio Garini. Al telefono l'uomo dichiarava al medico che la mamma godeva di ottima salute e si trovava in Veneto presso un fratello. Fratello che, però, ad una semplice verifica risultava essere deceduto due anni prima. Le indagini hanno accertato che nella serata del 18 maggio del 2022 Garini si era recato con la madre nella zona dove sarebbero state poi ritrovate le ossa, e secondo l'accusa, qui l'avrebbe uccisa abbandonando il corpo sulla riva di una lanca del Ticino. Il processo sarà celebrato davanti alla Corte d'Assise il prossimo 4 aprile.