NICOLA PALMA E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Liliana Agnani uccisa e sepolta in un bosco, Barona sotto choc: "Pensavamo fosse ricoverata"

Milano, il corpo della 90enne trovato in un bosco, il figlio Stefano Garini indagato per omicidio. Gli abitanti della zona: "Non la vedevamo più dalla primavera del 2022, ormai si spostava solo in carrozzina"

Sigilli all'appartamento di Liliana Agnani

Sigilli all'appartamento di Liliana Agnani

«Una signora gentile, la vedevamo nella piazzetta, si fermava a bere un caffè al bar o a chiacchierare vicino alla fontana. Sempre con il suo cagnolino Otto al guinzaglio. Negli ultimi tempi, però, non riusciva più a camminare e si spostava su una carrozzina, spinta dal figlio". Ma dalla primavera dello scorso anno nessuno l’aveva più vista. E circolava voce che fosse finita in ospedale per un malore e poi in una Rsa. Ora nel quartiere Barona non si parla d’altro che della tragica fine di Liliana Agnani, che si faceva chiamare Elena. "Qui tutti la conoscevamo come Elena Garini, il suo cognome da sposata", racconta Lorenzo  P., uno degli abitanti della zona, sotto choc dopo la notizia del ritrovamento di resti umani in provincia di Novara che appartengono proprio alla donna, novantenne. Una scoperta che risale allo scorso 11 ottobre.

Successivamente, dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Novara, guidati dal maggiore Alessandro Perrotta, è emerso che quelle ossa sono proprio della signora Agnani. E il figlio Stefano Garini, di professione agente immobiliare, è ora indagato dalla Procura di Novara con l’accusa di omicidio volontario, occultamento di cadavere e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Il sospetto è che possa aver ucciso la madre e nascosto il cadavere per intascare la sua pensione d’invalidità, pari a poco più di 1.600 euro mensili. L’omicidio, però, chiariscono gli inquirenti, è solo un’ipotesi. Non è escluso cioè che la donna sia deceduta per cause naturali e che il corpo sia stato abbandonato in un secondo momento. Quel che è certo, è che la novantenne non possa essere arrivata da sola nel bosco in cui è stata ritrovata, lungo il corso del Ticino, nel territorio di Trecate, non lontano dal ponte che collega il Piemonte alla Lombardia, perché non riusciva a deambulare. Presumibilmente, sempre in base alle indagini, la salma è stata lasciata in quel punto circa cinque mesi prima, quindi attorno a maggio 2022.

Un residente della zona racconta di aver incontrato Stefano Garini a maggio del 2022, "mi ricordo anche il giorno: era il 22, giorno di Santa Rita. Mi sembrava molto scosso, gli ho chiesto se stava bene e lui mi ha risposto “mi ha aspettato prima di andare via“, lasciandomi intendere che la mamma fosse morta". La versione più diffusa in quartiere, però, è questa: "Sapevamo che la mamma si era sentita male e che il figlio l’aveva portata in ospedale, poi in una Rsa". L’11 ottobre il corpo non esisteva più: restavano solo alcune ossa, avvistate da cacciatori di passaggio che hanno allertato le forze dell’ordine. E sono partiti gli accertamenti. Un mese fa, il 29 giugno, gli investigatori dell’Arma hanno perquisito l’appartamento della donna, in cui viveva anche il figlio, al secondo piano di un condominio misto (con alloggi di proprietà privata e altri del Comune) al quartiere Barona.

"La mamma – raccontano i conoscenti della famiglia – lo aveva riaccolto in casa perché si era trovato in difficoltà". Gli investigatori hanno passato al setaccio l’alloggio alla ricerca di elementi utili all’indagine e anche per effettuare la copia forense del contenuto dei dispositivi elettronici e informatici. Adesso alla porta ci sono i sigilli dei carabinieri: l’immobile è sottoposto a sequestro penale e c’è il divieto assoluto di accesso. "Al momento abbiamo in mano solo il decreto di perquisizione e sequestro dell’abitazione – spiega l’avvocato Emanuele De Mitri, legale di Stefano Garini –. Io e il mio cliente, che ribadisce di non aver ucciso la mamma, aspettiamo di capire come la Procura sia arrivata a un’accusa tanto grave"