MARIANNA VAZZANA
Cronaca

“Liliana“ al cinema Ducale: "Odiatori? Fanno rumore. Ma noi siamo molti di più"

Il regista Ruggero Gabbai sui messaggi d’odio sul web contro la senatrice Segre. Ieri, proiezione per 700 studenti. "Dobbiamo tenere alta l’attenzione".

Il regista Ruggero Gabbai sui messaggi d’odio sul web contro la senatrice Segre. Ieri, proiezione per 700 studenti. "Dobbiamo tenere alta l’attenzione".

Il regista Ruggero Gabbai sui messaggi d’odio sul web contro la senatrice Segre. Ieri, proiezione per 700 studenti. "Dobbiamo tenere alta l’attenzione".

L’anteprima al cinema Dal Verme registrò il tutto esaurito e conquistò la standing ovation del pubblico lo scorso novembre. Un trionfo però controbilanciato dal rifiuto del cinema Orfeo – poi tornato sui suoi passi – a proiettarlo per paura di problemi e danni. Al centro, il docufilm “Liliana“ con la testimonianza della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, del regista Ruggero Gabbai. Ieri più di 700 studenti delle superiori di tutti e 9 i Municipi hanno riempito le 4 sale del cinema Ducale, in piazza Napoli, dove la pellicola è stata proiettata in contemporanea per la Giornata della Memoria: un’iniziativa lanciata dal Municipio 6, come reazione al rifiuto dell’Orfeo, che poi comunque ha accolto il film prodotto da Lucky Red e distribuito nelle ultime settimane in 260 cinema italiani, di cui 11 milanesi. Ma ancora una volta gli hater (di matrici diverse, dall’estrema destra ai Pro-Pal ai No Vax) non hanno perso occasione di attaccare la senatrice riversando il loro odio in centinaia di messaggi sulle pagine social di diverse sale italiane che hanno voluto “Liliana“.

Gabbai, cosa risponde a questi odiatori?"Gli odiatori fanno certamente più rumore di noi. Ma noi, rispettosi della Costituzione e attaccati a essa, siamo certamente di più, anche se meno rumorosi. Io non voglio dare peso a questi odiatori, non voglio dare loro importanza. Concentriamoci piuttosto sulle testimonianze riprese e su quello che il film ci mostra: una donna unica, dalla quale possiamo solo imparare, la cui storia non deve essere dimenticata".

Qual è il messaggio più importante che vuole trasmettere con questo progetto?"Attraverso le parole di Liliana, che ha una lucidità incredibile nel testimoniare, il film mostra che dal buco nero del ’900 che è stata la Shoah, si può uscire. Liliana Segre è diventata mamma, nonna, senatrice. È riuscita ad andare avanti, a rifarsi una vita, anche se quello che ha vissuto l’ha condizionata per sempre. Siamo stati con lei quasi un anno per girare il docufilm, lei si è concessa a noi in maniera generosa. A livello temporale, poi, non è cambiata come testimone: ripercorre la sua vicenda tragica con la stessa lucidità".

Lo scorso novembre il cinema Orfeo aveva rifiutato di accogliere il suo film. Poi però ha cambiato idea. Cosa ne pensa?"Sono felice che il film sia stato proiettato anche all’Orfeo. Non bisogna avere paura e non bisogna essere indifferenti, perché se ci voltiamo dall’altra parte va in fumo tutto quello che cerchiamo di trasmettere".

Pensa che questo linguaggio possa parlare ai ragazzi?"Due settimane fa ero a Verona, dove il docufilm è stato visto da 500 ragazzi. Ero timoroso, all’inizio ho pensato “chissà se interessa a una generazione così giovane“. E la reazione dei ragazzi mi ha stupito: hanno mostrato attenzione e curiosità. Io credo che il merito sia di Liliana Segre, che parla della sua vicenda tragica ma con un lessico familiare, che avvicina".

Al Cinema Ducale è un giorno importante, con oltre 700 ragazzi nelle sale per la Giornata della Memoria. Non tutti però hanno mostrato attenzione, ci sono state anche battutacce e lanci di pop corn. La cosa l’ha infastidita?"Io penso che sia nostra responsabilità catturare l’attenzione dei ragazzi. Più che sui maleducati mi concentrerei sulla maggioranza, che era attenta e che ha partecipato con interesse. Lo abbiamo visto anche al dibattito finale, in cui ci sono state molte domande".