REDAZIONE MILANO

Gli insulti sui social, i murales sfregiati, le parole irripetibili. Liliana Segre e la sua lunga battaglia contro l'odio

Il video della cerimonia del 25 aprile a Pesaro è stato sommerso di frasi irripetibili. Ma non è certo la prima volta. Il figlio della senatrice a vita: “Ormai ogni volta che mia madre partecipa ad un evento pubblico si scatena l’ora degli odiatori”

Liliana Segre alle celebrazioni del 25 Aprile a Pesaro

Liliana Segre alle celebrazioni del 25 Aprile a Pesaro

Milano, 27 aprile 2025 – “Ormai ogni volta che mia madre partecipa ad un evento pubblico si scatena l’ora degli odiatori. Una cosa che ovviamente le dispiace, anche se è abituata ormai da anni e certo non si fa spaventare”'. Sono le dichiarazioni del figlio di Liliana Segre, l'avvocato Luciano Belli Paci, dopo gli insulti social rivolti alla senatrice a vita sopravvissuta ai campi di sterminio. “Alla cerimonia a Pesaro è andata a sorpresa e ha ricevuto manifestazioni di grande simpatia e affetto - continua Belli Paci -. È molto legata alla città dove trascorre le vacanze e dove è nato mio padre”. Liliana Segre con il sindaco Biancani e il Prefetto Emanuela Saveria Greco.

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Liliana Segre con il sindaco Biancani e il Prefetto Emanuela Saveria Greco

Gli insulti dopo la visita a Pesaro

Il Comune di Pesaro pubblica due video che documentano le recenti celebrazioni del 25 aprile a Pesaro. Uno sul profilo del sindaco Biancani. Nel breve filmato si vede il sindaco che incontra la senatrice Liliana Segre, la quale arriva al monumento della Resistenza per le celebrazioni e sillaba a Biancani: “È la prima volta che trascorro il 25 aprile a Pesaro e non potevo mancare”.

Il video su Tik Tok diventa virale, con 85mila visualizzazioni e un fiume commenti, il novamnta per cento dei quali insulti alla senatrice. Qualche esempio? “Sanguinosa ebrea”, “La più nazista di tutti”, “Che palle che ha fatto sta vecchia”, “Vecchia, il popolo italiano non ti vuole”. E ancora: “Stanno facendo la raccolta differenziata”, “Che il tuo Dio possa riabbracciati presto”, “È ancora viva?”, “Letame”, “Un’altra parassita da mantenere”, solo per citarne alcuni.

I murales deturpati

Nuovamente sfregiato il murale di Palombo in via Amari
Nuovamente sfregiato il murale di Palombo in via Amari

Ma non è certo la prima volta, né questi sono i commenti più virulenti che abbia ricevuto. La senatrice a vita da anni è vittima di insulti e odio che si esprime sui social ma anche fuori dai social. Come nei mesi scorsi, a Milano, quando è stato più volte deturpato il murale con i ritratti stilizzati di Liliana Segre, Edith Bruck, Sami Modiano, e Papa Bergoglio, realizzato dall'artista contemporaneo aleXsandro Palombo, in occasione dell’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz. L’opera si trova in via Amari, angolo via Caracciolo, e raffigura tre personaggi illustri sopravvissuti alla Shoah.

Una cosa simile era successa sul finire del 2024, quando era stato deturpato un altro murale, sempre firmato da aleXsandro Palombo, raffigurante la stessa Segre e Sami Modiano. “Mi hanno tolto il volto, l’identità. Mi hanno lasciato il numero. Saranno così intelligenti?” si chiedeva, all’epoca, la senatrice a vita. 

Chef Rubio e gli haters

Liliana Segre durante il vaccino anti Covid
Liliana Segre durante il vaccino anti Covid

Nel 2023 su Twitter, Gabriele Rubini - chef Rubio - aveva attaccato la Segre definendo "vergognoso" il "silenzio sistematico" su quella che bollava come "pulizia etnica" contro i palestinesi in Israele. E non era la prima volta. La senatrice a vita aveva denunciato l’ex rugbysta diventato cuoco e altri haters che l’avevano insultata sui social dopo essere stata testimonial di Regione Lombardia per la campagna di vaccinazione anti-Covid. 

Nell’autunno del 2022 la stessa Segre aveva deciso di denunciare gli odiatori online. Tra questi c’era pure chef Rubio. A gennaio di quest’anno la Procura di Milano ha chiuso l'inchiesta, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di dodici persone accusate di diffamazione e istigazione a delinquere per motivi di odio razziale nei confronti della senatrice a vita, e testimone della Shoah, Liliana Segre. Per altre 17 persone invece era stata chiesta l’archiviazione, tra cui lo stesso Gabriele Rubini, che a novembre 2022 aveva scritto: "Dovresti denunciare i tuoi silenzi complici in protezione della colonia d'occupazione e insediamento israeliana, e te stessa per tutte le volte che hai taciuto i crimini contro i palestinesi commessi dai nazisti (simbolo bandiera di Israele). Che schifo, vergogna te e chi ti strumentalizza Liliana Segre". La senatrice si è opposta alle archiviazioni. 

Il corteo Pro Pal

Il comizio di Chef Rubio e l'accusa alla senatrice Liliana Segre
Il comizio di Chef Rubio e l'accusa alla senatrice Liliana Segre

Lo stesso chef Rubio aveva partecipato al corteo pro Palestina del settembre 2024, a Milano. Durante il corteo è stato esposto un cartello contro la senatrice Liliana Segre, definita “spia sionista”. Non solo la senatrice nel “mirino” dei manifestanti: gli stessi cartelli sono stati confezionati contro il ministro Guido Crosetto, gli imprenditori John Elkann e Marco Carrai, il giornalista Francesco Giubilei e Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, tutti definiti “agenti sionisti”.