di Annamaria Lazzari
"Maschio, tra i 25 e 50 anni, acquirente di pistola". L’identikit del cliente tipo che frequenta la storica armeria Colosseo di viale Monte Nero. Oltre all’ambito professionale la richiesta di armi da fuoco è legata soprattutto a una finalità sportiva; in caduta libera, almeno a Milano, è invece l’utilizzo del fucile a scopo venatorio. Mentre sarebbe una "leggenda metropolitana" l’incremento di vendita di pistole e fucili per autodifesa. "Chi vuole qualcosa per la sua incolumità punta sullo spray al peperoncino. Il fatto è che avere il porto d’armi per difesa personale in Italia è difficilissimo. Di armi ne vendiamo una cinquantina al mese: accanto alle guardie giurate che ne fanno richiesta per motivi professionali, perlopiù si usano per andare nei centri di esercitazione, molto meno per caccia. In questo periodo si registra una flessione nelle vendite: essendo un hobby, in tempi di ristrettezze se ne fa a meno. Si preferisce un’arma corta, questione anche di costi più contenuti. I marchi più richiesti sono Beretta, Glock, Walther, Sig Sauer" spiegano dall’armeria, attiva dal 1962.
Per sparare al poligono o partecipare a una gara bisogna possedere il porto d’armi per uso sportivo che ha durata di 5 anni: prima occorre sottoporsi a una scrupolosa visita medica per ottenere l’idoneità psicofisica ed è necessaria l’assenza di condanne penali. "Mediamente passano dai 60 a 120 giorni per ottenere la licenza. Negli Usa in alcuni stati ne bastano tre. Da noi la legislazione è severissima", dicono al Colosseo. "Non basta la fedina penale pulita: conosco un cliente regolarissimo a cui non è stato concesso solo perché, da ragazzino, era stato fermato in auto con un amico con qualche guaio alle spalle. E basta una sciocchezza, come litigare col vicino, perché venga revocato. Peraltro la licenza consente di impiegare l’arma solo per esercitare tiro a volo o a segno al poligono; nel tragitto, deve risultare scarica. A creare problemi sono le armi sul mercato nero, quasi tutte dall’Est Europa" il commento da dietro il bancone dell’armeria Arco e Frecce di Rho. Anche qui i clienti sono quasi tutti uomini, "con un’età media di 40 anni, le donne sono il 5%" ma non si è registrata flessione.
Sul mercato c’è stata una piccola rivoluzione da gennaio quando è stato liberalizzato un calibro finora riservato alle forze dell’ordine e all’esercito. Un emendamento proposto da FdI alla legge europea 2019-2020, il provvedimento che adegua l’ordinamento italiano alla normativa Ue, approvato lo scorso dicembre dalla Camera, ha cancellato il passaggio della legge sulle armi (la 110 del 1975) che proibiva la fabbricazione, l’introduzione nel territorio dello Stato e la vendita delle armi corte munizionate parabellum. Secondo i detrattori, il semaforo verde è un passo pericoloso. Non per Arco e Frecce: "Fra il calibro 9X19 liberalizzato e il 9X21 - che da sempre può essere ottenuto con licenza - non c’è differenza".