Sottolinea di essere stato "già in parte scagionato". Ed esprime "fiducia e serenità per il prosieguo". Così Manfredi Palmeri, consigliere regionale di Lombardia Migliore, ha commentato, ieri sera, l’avviso di chiusura delle indagini notificatogli dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva“, quella relativa ai presunti affari illeciti degli ultras di Milan e Inter con epicentro lo stadio di San Siro. Un atto, l’avviso di conclusione delle indagini, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio e notificato ad altre 10 persone, tra le quali l’imprenditore Gherardo Zaccagni, titolare della “Kiss and Fly“, Srl di gestione dei parcheggi, a partire da quelli incriminati, quelli dello stadio, quelli che, secondo l’accusa, Zaccagni sarebbe riuscito ad avere in affidamento grazie all’intercessione dello stesso Palmeri, nella sua qualità di componente del Consiglio direttivo della M-I Stadio. Secondo i pm Sara Ombra, Leonardo Lesti e Paolo Storari l’accusa di "corruzione fra privati", contestata a Palmeri e Zaccagni, è confermata da alcune intercettazioni contenute nell’avviso. Interrogato in merito, Zaccagni ha spiegato di non aver mai dato soldi a Palmeri, ma di avergli "corrisposto un servizio di volantinaggio" attraverso i suoi dipendenti in occasione della campagna elettorale del 2023. Ha confermato anche di avergli regalato un quadro dell’artista cinese Liu Bolin da 11mila euro per investire sull’"uomo di relazioni" e "per un endorsement nei settori di sua competenza".
Da qui la nota diramata da Palmeri: "All’esito delle indagini durate per molti anni, è stata abbandonata l’ipotesi secondo cui avrei ricevuto somme di denaro in cambio di favori o atti contrari ai miei doveri aziendali – si legge –. Migliaia e migliaia di pagine di atti ed intercettazioni telefoniche aventi ad oggetto simili scambi, quindi, non riguardano me. Ciò che resta è solo l’ipotesi di una presunta violazione del codice civile in rapporti tra privati e non certo i gravissimi fatti da codice penale contestati ad alcuni esponenti del tifo organizzato, che ignoro e a cui diffido di accostare il mio nome. Come emerge chiaramente anche dagli stessi atti dell’inchiesta – prosegue il consigliere regionale –, non ho infatti mai avuto alcun interesse o legame con gli esponenti ultras in questione. L’ipotesi di indagine che residua nei miei confronti è priva di fondamento, come sarà dimostrato in ogni sede. Quando sarò ascoltato anche io potrò fornire tutti gli elementi che provano come sia estraneo all’unico fatto ipotizzato".
"Ho soltanto svolto il mio dovere – conclude Palmeri –, senza prendere decisioni, non avendo titolo o potere per assegnare alcunché o favorire chicchessia, né faccio parte del Consiglio Direttivo della società. Tanto meno ho fatto favori ad un operatore (la “Kiss and Fly Management“ ndr) che da anni era stato scelto da entrambi i Club per tutte le partite a San Siro e che anzi a quanto dichiarato lo avevano selezionato proprio per arginare le interferenze nella gestione dei parcheggi dello stadio. A questo era stata rinnovata più volte la fiducia separatamente da tutti e due Club, anche con un contratto per le prossime stagioni. La riconosciuta serietà della mia attività professionale, costruita in anni di diligente e quotidiano impegno, specchiata al pari di quella pubblica – mai messa in discussione neanche nell’indagine, ma solo da chi l’ha colpevolmente e superficialmente citata a sproposito e contro cui ho presentato giuste querele – mi rende sereno anche se amareggiato".