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L’inchiesta sulla gestione del Covid. Archiviazione per Gallera e Cajazzo: "I piani anti-pandemia erano inutili"

La decisione della giudice sull’assessore e il dg della sanità lombarda accusati di rifiuto di atti d’ufficio "Inefficaci le direttive nazionali e regionali per contenere i contagi, non averle applicate non è una colpa".

La corsia di un ospedale durante l’emergenza Coronavirus nel 2020

La corsia di un ospedale durante l’emergenza Coronavirus nel 2020

I piani Covid nazionale e regionali non erano idonei a fronteggiare un’emergenza che era mondiale: non averli applicati quindi non può ritenersi una condotta "indebita". Questa, in sintesi, la motivazione con la quale la gip di Milano Rossana Mongiardo, condividendo le argomentazioni della procura, ha archiviato la posizione Luigi Cajazzo e Giulio Gallera, all’epoca rispettivamente dg Welfare e assessore Welfare di Regione Lombardia, indagati per rifiuto di atti d’ufficio per una serie di adempimenti richiesti dal piano pandemico nazionale e regionale.

Come già evidenziato dal tribunale di Brescia, che ha poi trasmesso alla procura meneghina gli atti per competenza, "non può ritenersi indebita la mancata adozione di atti e provvedimenti attuativi del piano endemico nazionale e regionale che, come emerso dalle complesse indagini svolte, sarebbero comunque risultati inidonei, nel caso specifico, a fronteggiare un’epidemia di livello mondiale, tale da suggerire, di predisporre un nuovo piano con misure più incisive".

La decisione di attivare o meno il piano pandemico nazionale "era del tutto rimessa alla valutazione discrezionale del governo, anche perché l’accordo Stato/Regioni - con cui era stato adottato il suddetto Piano pandemico nazionale - costituisce una fonte normativa secondaria e, come tale non giuridicamente vincolante". Sotto il profilo soggettivo, "deve ritenersi insussistente il dolo richiesto dalla fattispecie incriminatrice in esame, essendo emerso, al contrario, che i protagonisti della presente vicenda, tra cui gli odierni indagati, ebbero ad attivarsi al fine di scongiurare i rischi derivanti da un evento, imprevisto ed imprevedibile, di siffatta portata e foriero di letale conseguenze in ambito mondiale", conclude la gip Mongiardo.

La decisione della giudice è stata accolta con sollievo dagli imputati ("Si chiude finalmente, anche sul piano giudiziario, una vicenda che ha segnato il nostro Paese nonche’ tutti coloro che, come il dottor Cajazzo, hanno combattuto in prima linea in quei terribili mesi", ha detto Fabrizio Ventimiglia, legale dell’ex Dg lombardo). E con soddisfazione dai vertici di Palazzo Lombardia, a iniziare dal presidente Attilio Fontana: "Questo esito - dice il governatore - testimonia il loro impegno e dedizione durante un periodo estremamente difficile per la nostra comunità. Il giudice ha chiarito che entrambi, insieme con i vertici di Regione Lombardia, ‘si attivarono per scongiurare i rischi derivanti da un evento imprevisto e imprevedibile, riconoscendo la gravità della situazione globale e che l’attivazione del piano pandemico, oltre che inidonea per affrontare a fronteggiare un’epidemia di livello mondiale, era del tutto rimessa alla valutazione discrezionale del governo nazionalè. Spiace che chi ha dato tanto in quel doloroso periodo si sia trovato a difendersi da accuse sul fronte giudiziario e che alcuni politici abbiano sfruttato questa pagina difficile della nostra storia per cercare di conquistare qualche voto". R.M.