GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Metropolitana M4, apertura a rischio: mutui, spese extra, ritardi e bollette sotto accusa

Nel 2023 una rata quasi doppia rispetto al 2022. Per far circolare i treni da Linate a Dateo servono più di 7 milioni

Cantiere della m4

Ad agosto è stata citata più volte. E non tanto come un’opportunità ma soprattutto come un costo. Per l’esattezza, come uno di quei costi che potrebbero presto rendere necessario un aumento del prezzo del biglietto Atm. Il riferimento è alla Metropolitana 4, la linea che dovrà collegare l’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria di San Cristoforo passando per il centro città, attraverso 21 fermate e 15,2 chilometri di tracciato nel sottosuolo. A citarla è stata, in particolare, Arianna Censi, assessora comunale alla Mobilità, che, nel chiedere a Governo e Regione più fondi per Milano, ha sottolineato come oggi per il trasporto pubblico cittadino si spendano 845 milioni di euro all’anno e pur "calcolando i trasferimenti e i proventi del biglietto, rimane un disavanzo di circa 260,6 milioni che il Comune copre con fondi propri". Una "cifra – ha sottolineato l’assessora – che crescerà sensibilmente con la prossima apertura della M4". Già, ma che significa, in numeri, quel "sensibilmente"?

Intanto vale la pena sottolineare che è apparso chiaro fin da subito che il 2023 sarebbe stato un anno spartiacque relativamente alle spese per la nuova linea. Correva l’anno 2014, mese di dicembre, quando il Comune ha acceso i mutui per finanziare la costruzione e la gestione di quella che sarebbe stata la linea Blu. Mutui dalla durata trentennale: dal 2015 al 2045. E dall’importo complessivo di 3,4 miliardi di euro. In questa somma rientrano – o in alcuni casi rientravano – tre voci su tutte. Innanzitutto il costo di realizzazione della linea: allora era pari a 1,82 miliardi di euro in totale, con un contributo di Palazzo Marino pari a 400 milioni. Per ottenerli furono accesi due mutui con Cassa Depositi Prestiti che si estingueranno nel 2034. Dal 2016 e fino al 2020 il Comune ha dovuto poi liquidare allo Stato 81,9 milioni a titolo di restituzione dell’Iva sui contributi (940 milioni) che lo Stato stesso si è impegnato a versare per la realizzazione della Metropolitana 4. Infine, terza voce del conto, dal 2022 e fino al 2045, il Comune, attraverso il "Consorzio M4" (di cui è socio al 66% e al quale ha versato 160 milioni) dovrà onorare il canone di disponibilità, ovvero: rimborsare per la propria parte le banche dei 415 milioni da esse assicurati all’opera e pagare, tramite il contratto di servizio con Atm, la gestione della blu, non appena se ne apriranno le tratte. L’insieme delle rate dovute per ognuna delle tre voci ammonta così a 3,4 miliardi in 30 anni, come detto.

L’inizio è stato soft, tutto sommato. Già allora, già a dicembre 2014, era chiaro che il salto di qualità nell’importo delle rate ci sarebbe stato proprio nel 2023. Nel 2019 e nel 2020 le rate sono state pari, infatti, a 52,5 milioni di euro. Nel 2022 la cifra da versare è salita a 76 milioni di euro e l’anno prossimo sarà quasi il doppio: 129,5 milioni. La crescita delle rate continuerà poi senza sosta dal 2024 fino al 2034, passando via via da 143 a 174 milioni di euro.

Attenzione, però: questi numeri – già onerosi – sono stati e dovranno essere in parte rivisti per effetto dei ritardi accumulati dai cantieri della linea Blu, degli extracosti che si sono via via prodotti a causa dell’estensione dei tempi di costruzione e, ora, a causa dell’incredibile picco del costo dell’energia e delle materie prime. Il quadro è quindi da aggiornare, ma in negativo. Dall’assessorato al Bilancio e dall’assessorato alla Mobilità del Comune fanno sapere che ad oggi non ci sono ancora atti ufficiali a proposito di una rinegoziazione dei mutui accesi nel 2014 e delle relative rate. Tra il 2018 e il 2019 ci sono stati, però, atti integrativi che hanno adeguato il quadro economico complessivo dell’opera, i rapporti contrattuali con le imprese costruttrici e, ovviamente, il cronoprogramma dei lavori e delle aperture di tratte parziali della nuova metropolitana.

Andando con ordine, nel 2018 lo stesso Comune comunicò extracosti pari a 313 milioni di euro: il costo complessivo dell’opera, quindi, è lievitato oltre i 2 miliardi di euro, per l’esattezza a poco meno di 2,2 miliardi di euro. Non tutti gli extracosti, però, sono a carico dell’amministrazione comunale: Palazzo Marino deve risponderne solo per la propria parte, quantificata nel 2018 in 140 milioni di euro, come stigmatizzato – allora – anche nella relazione del Comitato per la legalità, la trasparenza e l’efficienza amministrativa istituito proprio in Comune. Quanto al cronoprogramma, il ritardo è di 15 mesi. Una prima tratta della M4 dovrebbe aprire entro l’anno in corso, per l’esattezza quella che va dall’aeroporto di Linate alla stazione di Dateo, nodo di interscambio con il passante ferroviario. L’intera linea, invece, non aprirà prima del 2024. Nel 2019 è stato calcolato che l’apertura della prima tratta (Linate-Dateo) avrebbe inciso sui conti del Comuni per 7 milioni di euro: a tanto era stato stimato il costo annuo per la manutenzione ordinaria e le gestione di questa parte di linea. Ora, però, anche questa cifra è da rivedere al rialzo a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. In più, se davvero aprirà entro la fine del 2022, bisognerà verificare quanti passeggeri useranno la Linate-Dateo in questa fase di post Covid.